Un esame attento ma anche veloce della legge di stabilità per incardinare la manovra già giovedì alla Camera. Sarebbe questo l'input, spiegano fonti parlamentari, che...
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Un incontro nel quale i due, condividendo l'impianto della manovra, avrebbero messo a punto la strategia per convincere Bruxelles della bontà della via italiana per uscire dalla crisi. Pur con quasi un giorno di ritardo, rispetto all'annuncio del ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, la manovra è arrivata al vaglio del Quirinale. E l'ufficio legislativo, in attesa della bollinatura che arriverà domani, è già al lavoro per valutare la coerenza delle norme e i complessi passaggi tecnici. «Il Colle non entra nel merito delle coperture», spiegano fonti ministeriali mettendo un freno all'ondata di congetture parlamentari culminate nell'annuncio di Renato Brunetta di un consiglio dei ministri straordinario per una richiesta da parte della Ragioneria generale di clausole di salvaguardia davanti a coperture dubbie.
Nessun cdm d'emergenza, garantisce il ministro Maurizio Lupi: «l'incontro tra Napolitano e Renzi è andato bene». Anche in vista del consiglio europeo di giovedì e venerdì, il Capo dello Stato ed il presidente del consiglio si sono confrontati sui contatti in corso con l'Europa sull'analisi della manovra. L'obiettivo è dimostrare all'Ue che l'Italia fa sul serio e che, pur avendo rallentato i tempi, la strada italiana è coerente con le regole ed i trattati europei. Al di là del fatto che il presidente uscente Josè Manuel Barroso abbia deciso di chiedere chiarimenti all'Italia sulla manovra, dunque, Renzi non sembra preoccupato. Anzi il premier si dice convinto con tutti i suoi interlocutori che l'Ue non potrà bocciare la legge di stabilità sia per lo sforzo della manovra, tutta rivolta alla crescita, sia nel quadro più complessivo delle riforme che l'Italia ha messo in campo con provvedimenti «hard» come il jobs act.
E in caso di rilievi, il governo avrebbe messo da parte un tesoretto di circa 2 miliardi, un margine di intervento oltre il quale, però, spiegano fonti governative, Renzi non sarebbe disposto ad andare per ulteriori aggiustamenti del rientro del deficit.
Il Mattino