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Due ore prima dall’inizio delle esequie, il PalaLuxottica su Agordo, in mezzo alle Dolomiti e di fronte alla fabbrica blu (e alla villetta dove Leonardo Del Vecchio ha abitato per 40 anni), è già quasi pieno. Alla sinistra della bara del grande imprenditore multinazionale, ma con il cuore che ha sempre battuto in questi pezzi di Nord Est periferico ma diventato globale, centinaia di manager del gruppo leader assoluto dell’industria degli occhiali. Hanno tutti la mascherina nera, sia loro sia gli altri presenti: operai in maglietta blu aziendale, finanzieri incravattati, imprenditori italiani e stranieri, chi è arrivato in elicottero e chi, tanta gente comune, in autobus. Cordoglio e interclassismo: questa la cifra di questa cerimonia che sembra un funerale di Stato è un ultimo saluto pop a un grande italiano. “Grazie Presidente”, c’è scritto su uno striscione. Semplice, sobrio, ma potente, proprio come era Del Vecchio, il piccolo orfano diventato top player. In fila per entrare al PalaLuxottica, ai sentono voci così: “È come se fosse morto mio padre”. Le esequie di Del Vecchio che stanno per cominciare già raccontano che cosa è stato quest uomo nella storia nazionale e in questa terra da cui è partito per conquistare il mondo con la forza delle sue creazioni. Un funerale molto partecipato che descrive, senza retorica, il modello aziendale e di vita di Del Vecchio: semplicità, efficienza e pace.
Del Vecchio, l'ultimo saluto: tutti in fila nella camera ardente. L'omaggio dei dipendenti
La famiglia
Ecco nelle prime file oltre alla moglie Nicoletta e ai figli, i suoi fedelissimi: Francesco Milleri, ad e nuovo presidente del gruppo multinazionale, e Romolo Bardini, che si è occupato e continua a farlo delle partite finanziarie più importanti, da Mediobanca a Generali.
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Il Mattino