"Era la madre perfetta". È incredulo Davide Stival, marito di Veronica Panarello e padre del piccolo Loris, ucciso il 29 novembre scorso nel Ragusano. ...
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"Devo credere agli inquirenti ma è come se si parlasse di un'altra persona", spiega in un'intervista al Corriere della Sera. "Eravamo una coppia unita - racconta - una famiglia unita. Lei si occupava di tutto, pagava le bollette, teneva le stanze sempre in ordine, i bimbi andavano a scuola sempre pulitissimi, la spesa, il pranzo pronto".
Una vita normale, da moglie e mamma. "Loris era il cocco di mamma - dice - Poche ore prima della tragedia lei lo aveva voluto premiare per il 10 preso in storia. Gli aveva dato due euro per comprare le figurine". "Non è vero che nacque per caso, lo avevamo voluto con tutte le forze - parlando della nascita del bimbo - Decidemmo di metterlo al mondo proprio per andare a vivere insieme definitivamente".
Non sa a chi credere Davide Stival. "In questi dieci anni insieme mai una stranezza - insiste - E guai assolutamente a chi le toccava Loris. lei prendeva sempre le sue difese, anche quando lo sgridavo io".
Ma dalla procura sembrano emergere dettagli inequivocabili. "Io devo credere a quello che mi dicono gli inquirenti - sottolinea il papà di Loris - se non credessi a questo sarei già andato in carcere a trovarla. Però è come se stessimo parlando di un'altra persona, è questa la verità". Lucido, si sofferma sui momenti ripresi dalle telecamere di sorveglianza: "Quella che si vede è la macchina di mia moglie - analizza - ma il resto sono ombre di difficile interpretazione. Sagome compatibili, ma non più di questo".
Sull'utilizzo delle fascette, spiega "Loris ci giocava, con una mi ricordo che un giorno legò un serpente di peluche sopra la culla di Diego. Veronica invece - conclude - non l’ho mai vista usarle". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino