Nessuna attenuazione della misura cautelare per Anastasia, la fidanzata di Luca Sacchi, e per Giovanni Princi, accusati del tentativo di acquisto di 15 chilogrammi...
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Luca Sacchi, i dubbi del papà: «Telefonate notturne tra Princi e Anastasia»
Omicidio Sacchi, Princi: «Luca è morto, facciamoci una birra»
Ribadito, così come disposto dal gip il 29 novembre scorso, l'obbligo di firma per la baby sitter ucraina e il carcere per Princi. I giudici della Libertà depositeranno entro 45 giorni le motivazioni della decisione. Regge, quindi, l'impianto accusatorio della Procura che ha definto come «centrale» il ruolo svolto da Anastasia e da Princi nella trattativa per l'acquisto della droga.
Anche il gip Costantino De Robbio aveva giudicato come «lacunosa, inverosimile e in più punti scarsamente plausibile» la versione fornita dalla ragazza sui fatti che hanno preceduto la drammatica colluttazione durante la quale Sacchi è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa da Valerio Del Grosso, accusato di concorso in omicidio insieme a Paolo Pirino e Marcello De Propris.
Nel corso dell'interrogatorio di garanzia del 4 dicembre scorso Anastasia ha fornito una sua ricostruzione su cosa avvenne quella sera fuori al pub, nella zona dei Colli Albani. La 25enne ha riferito che Princi gli consegnò dei soldi in un «sacchetto di carta marrone» dicendogli che sarebbero serviti per comprare una motocicletta «di provenienza illecita». «Quella sera - ha sostanzialmente detto Anastasia - sono andata con Luca al pub perché avevo appuntamento con Princi». Una volta giunta sul posto «Princi le avrebbe consegnato un sacchetto di carta marrone di piccole dimensioni, di quelli per contenere il pane, dicendole che c'erano i soldi destinati ad essere consegnati ad un amico con cui aveva appuntamento per un 'impiccio' con le moto, con ciò intendendo che Princi avrebbe dovuto acquistare una motocicletta di provenienza illecita e chiedendole di tenere il sacchetto nello zaino in attesa dell'amico».
Il denaro sarebbe stato stipato nello zaino rosa che Anastasia aveva con sé. Una versione che il gip ha definito del «tutto inidonea a scalfire il quadro indiziario» e fornita da un soggetto «interessato e non obbligato a rispondere dicendo la verità». Una ricostruzione, di fatto, smentita anche da un testimone oculare: Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Sacchi. «La sera dell'aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito - ha detto ai pm il teste -.
Il Mattino