M5S, l'emorragia fa slittare la partita dei sottosegretari. Così andranno riviste le quote

M5S, l'emorragia fa slittare la partita dei sottosegretari. Così andranno riviste le quote
Mentre è in corso il dibattito sulla fiducia, nel cortile di Montecitorio i deputati della larga maggioranza si incrociano, si mescolano e vanno a caccia di informazioni...

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Mentre è in corso il dibattito sulla fiducia, nel cortile di Montecitorio i deputati della larga maggioranza si incrociano, si mescolano e vanno a caccia di informazioni sull'ultimo tassello della squadra di governo: i nomi dei 38 sottosegretari e viceministri. La partita è nelle mani del sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. 38 sono i posti disponibili, ma i tempi rischiano di allungarsi anche se il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe voluto chiudere in settimana. 

I partiti sembravano aver accettato una ripartizione in percentuale che prevedeva, al Senato e alla Camera, al M5S il 27%, a Pd, Lega e FI il 20% e il 7% ciascuno a Iv e Leu. Tutto risolto o quasi. A rovinare l'algoritmo la scissione nei gruppi parlamentari del M5S che alla fine è stata più consistente del previsto e che potrebbe costringere i grillini a scendere ancora rispetto ai posti che avevano nel Conte2. Inoltre la faccenda si intreccia a quella delle Commissioni parlamentari dove in alcune i cambi sono imposti e in altre c'è da verificare i numeri della maggioranza e quanti gruppi di opposizione ci sono oltre a quello di FdI. I fuoriusciti dal Movimento potrebbero infatti riunirsi in un gruppo, a Montecitorio come a Palazzo Madama, e rovinare la festa a Fratelli d'Italia che avrebbe potuto pretendere la guida delle commissioni di garanzia. Comunque sia non sarà facile comporre il quadro anche perché i presidenti dovrebbero dimettersi spontaneamente e questo è sempre stato complicato. Il duello su sottosegretari cela anche la partita su chi detiene la maggioranza relativa nel neonato governo Draghi. Se in maggioranza ci fosse stata anche FdI, la partita era già chiusa a favore del centrodestra, ma la bilancia potrebbe nuovamente pendere a favore della destra a seguito dei sommovimenti grillini che ieri hanno spinto il reggente Vito Crimi a tirarsi fuori. Per la cerimonia a Palazzo Chigi c'è probabilmente da attendere la prossima settimana, anche se nei partiti lo scontro è in atto. Nel Conte2 il M5S aveva 14 sottosegretari e 6 viceministri, il Pd 11 e 4 viceministri, 2 sottosegretari Leu e uno Iv. Nel nuovo esecutivo Draghi occorre ora far spazio a Lega, FI, +Europa, Azione e Cambiamo.

I 5S, che ieri hanno tenuto una riunione sul tema, sono in corsa Gianluca Perilli e Francesca Businarolo per il dicastero della Giustizia, Maria Pallini (Lavoro), Stefano Buffagni (Ambiente), Giancalo Cancelleri (Trasporti), Laura Castelli (Mef), Carla Ruocco (Mise), Paolo Sileri (Salute).

Per la Lega corrono Stefano Candiani, Nicola Molteni (Interni), Luca Coletto (Salute), Edoardo Rixi (Trasporti), Giulia Bongiorno (Giustizia), Massimiliano Romeo che lascerebbe il posto da capogruppo a Centinaio. Per Forza Italia si parla di Valentino Valentini (Esteri), Francesco Paolo Sisto (Giustizia), Lucio Malan (Difesa), Andrea Mandelli (Salute), Marianna Li Calzi (Interno), Giorgio Mulè (Mise). Per +Europa in pole c'è Benedetto Della Vedova (Esteri). Al Pd c'è il nodo delle donne e in corsa sono Anna Ascani, Marina Sereni, Cecilia D'Elia, insieme a qualche uscente Mauri (Interno) Misiani (Mef), Martella (Editoria), Morassut (Ambiente). 

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Il Mattino