«Vi dice niente l'espressione «donazione liberale»? È il nuovo trucco dei partiti per intascare i soldi dei cittadini senza farlo sapere in...
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La cifra è ipotetica: in realtà ne versano anche molti di più.
«A quel punto, sull'importo di 1.000 euro scatta per legge la detrazione fiscale del 26%: cioè gli tornano indietro 260 euro». Ma i conti di Crimi non si fermano qui e aggiungendo dunque i 260 euro 'ritornatì ai 3.200 euro e ai 1.000 della «donazione», la somma - osserva il senatore pentastellato, arriva a 4.460 euro: «260 in più rispetto a quanti ne aveva intascati dalla Camera di appartenenza.
E chi versa questi soldi in più? I cittadini, ovviamente, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze». «Quanto fa in totale, questo giochetto?», chiede ancora Crimi facendo però presente che «la cifra di 260 euro è mensile» ed è «ipotetica, perché versano anche di più: tra deputati e senatori, il Partito Democratico conta circa 500 'onorevolì. Quindi, moltiplicando i 260 euro della detrazione fiscale per 500 parlamentari, si arriva a 130.000 euro incassati al mese. E moltiplicando ancora quest'ultima cifra per i 12 mesi dell'anno, si arriva a 1.560.000 euro. Ovvero: grazie all'operazione di detrazione fiscale al 26% delle loro «donazioni» al partito, lo Stato versa ai parlamentari un milione e cinquecentosessantamila euro in più. Soldi che poi vanno a finanziare il partito». «Non bastava dunque la truffa del 2x1000 - conclude Crimi -, non bastavano i residui dei rimborsi elettorali, no. Alla fine trovano sempre un modo per mungere altri soldi allo Stato e ai cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino