Maestri bocciati al concorsone, la mappa delle cattedre vuote

Maestri bocciati al concorsone, la mappa delle cattedre vuote
Le lingue straniere la bestia nera del concorsone dei docenti della scuola primaria. Gli aspiranti maestri sono scivolati sulle domande in lingua straniera. E non solo....

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Le lingue straniere la bestia nera del concorsone dei docenti della scuola primaria. Gli aspiranti maestri sono scivolati sulle domande in lingua straniera. E non solo. L'inglese questo sconosciuto. Troppo complesso, per la stragrande maggioranza dei bocciati al concorso. Frasi senza un senso compiuto, una costruzione errata. In pratica un vero e proprio disastro. Ma sono emerse falle anche sulla grammatica italiana. Si proprio la grammatica. Strafalcioni da matita rossa. Inaspettati. Per qualcuno si è ipotizzato fossero errori di battitura. Perchè va detto non tutti sono abituati a utilizzare il computer. Invece erano «orrori». Gli stessi che vengono riscontrati con un notevole allarme dai professori universitari. La valanga di non ammessi all'orale a conti fatti, come analizzato nel dettaglio da Tuttoscuola, creerà migliaia di posti vacanti.


Sette su dieci bocciati, un dato che unisce tutta l'Italia. Da Nord a Sud variano le percentuali ma i respinti sono la maggioranza. Scorrendo la classifica regione per regione ci sono percentuali di candidati che non hanno superato lo scritto che supera l'80 per cento. In Abruzzo, ad esempio, dove su 1345 iscritti alla prova sono risultati idonei solo 223 persone. Percentuale non molto lontana nel Lazio: si sono presentati in 4605, hanno superato le prove solo in 954. Una vera e propria ecatombe.

In pratica il 71% dei candidati che hanno sostenuto le prove scritte del concorso docenti per posti comuni nella scuola primaria non sono stati ammessi all'orale; su 37.838 candidati che hanno affrontato la prova scritta e per i quali si è completata la correzione, solo 11.102 (il 29,2%) sono stati ammessi all'orale. Sono questi i numeri elaborati da Tuttoscuola sulla base delle graduatorie pubblicate dagli Usr. In Veneto i candidati per posti comuni nella primaria erano inizialmente 4.433; solo 3.410 si sono presentati allo scritto e di questi hanno concluso positivamente tutte le prove in 1.604 (47%). Il 53% dei candidati è stato fermato agli scritti cosicché alla fine, per ragioni diverse (non presenti alle prove, bocciati agli scritti, bocciati agli orali) sono rimasti esclusi in 2.829 (il 63,8% di chi aveva presentato domanda). Nelle altre quattro regioni che hanno già concluso le prove la selezione è stata ancora più dura come ricordato l'Abruzzo. In Liguria la percentuale è a quota 69, in Lombardia al 75 per cento e al 63 in Molise.

Nelle nove regioni dove sono attualmente in corso le prove orali la selezione dopo gli scritti è risultata altrettanto pesante: Basilicata esclusi il 75 per cento dei candidati; in Calabria il 69 per cento, in Campania il 70 per cento, in Friuli il 55 per cento, nelle Marche cifra record del 91 per cento, in Piemonte fuori il 49 per cento, in Puglia il 76 e in Umbria il 78. Complessivamente nelle 14 regioni esaminate - mancano gli esiti degli scritti in Emilia Romagna, Sardegna, Sicilia e Toscana - risultano già esclusi 26.736 candidati (71%) dei 37.838 che avevano presentato domanda di partecipazione al concorso. Molti di quei candidati bocciati svolgono attività di supplenti in scuole primarie. La selezione alla fine determinerà per i posti comuni nella scuola primaria un numero di posti vacanti pari circa al 20% (1 su 5) con il primato della Lombardia, dove resterà senza vincitori il 51% dei posti.


Sul numero di posti che realmente resteranno vacanti è cauto il leader della Uil Scuola Pino Turi: «La previsione non è così semplice - spiega - si vedrà più avanti, ma c'è un dato che va tenuto in considerazione con un così alto numero di bocciati probabilmente la prova non è stata preparata adeguatamente. Per la formazione occorre prevedere nella delega una fase transitoria che consenta alle persone che hanno insegnato per 36 mesi, previa verifica, di acquisire l'abilitazione».
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Il Mattino