«Questo è un processo stalinista. Massimo Carminati è stato sotto intercettazione per tre anni, dal 2011 al giorno dell'arresto, per quello che...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il legale, nel corso della propria arringa, ha poi domandato ai presenti: «In uno Stato di diritto è possibile intercettare una persona per costruire il suo circuito di relazioni? Qui non siamo in assenza di fatti-reato ma di fatti. Bastano le parole di Carminati per mettere su un processo senza che siano stati fatti riscontri e così, intercettazione dopo intercettazione, siamo arrivati al mondo di mezzo, una chiacchiera da bar elevata a prova per dimostrare che c'era la mafia a Roma».
Non solo, il difensore del cecato ha poi tuonato contro gli inquirenti affermando che quello in corso «è un processo fatto di mistificazioni e di frasi a effetto dove un pm si fa sceneggiatore. Scrive infatti nella memoria la Procura che Carminati non va confuso con un balordo di quartiere o un pensionato del crimine' e questo è un modo per mettere le mani avanti. Sono espressioni da fiction non supportate da alcuna prova».
A conclusione del proprio intervento, Ippolita Naso ha affermato: «Ci rendiamo conto che Carminati è ristretto al 41bis per una leggenda metropolitana? I suoi rapporti con apparati della Stato sono una conversazione a un distributore di benzina con due poliziotti che gli dicono che starebbero ad ascoltarlo per ore. Questa è sciatteria investigativa». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino