«E quindi uscimmo a veder le stelle. Questa la citazione, tratta dalla Divina Commedia di Dante, con cui ha avuto inizio l'appassionata arringa dell'avvocato...
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«Dopo 240 udienze, 10 milioni di carte e 80mila intercettazioni questo resta un processetto dal punto di vista tecnico-giuridico» tanto che, prosegue il penalista Naso, «non c'è una questione che meriti una mezz'ora di studio, che mi abbia costretto a una ricerca giurisprudenziale. Questo è un processo che si trascina da quasi tre anni tra una marea di intercettazioni fatte a catena a strascico». A conclusione dell'arringa, il difensore si è rivolto al collegio giudicante affermando «questo resta un processetto che però può essere definito con una grande sentenza. Adesso sta a voi. Perché se all'esito di questo mastodontico processetto emetterete una grande sentenza, non solo ristabilirete la legalità, ma compierete un'opera di ristabilimento di garanzia dei diritti individuali e della libertà che in questo processo sono stati lesi, financo il diritto di difesa».
A questo punto il processo, tenuto nell'aula bunker di Rebibbia, si avvia alla conclusione. Il prossimo 13 luglio ci sarà un «rinvio tecnico per verificare se tutte le intercettazioni depositate dalla Procura siano state ascoltate» ha dichiarato il presidente della X sezione Rosanna Ianniello, mentre la sentenza, salvo ulteriori rinvii, è prevista per il 18 luglio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino