OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
I sospetti più forti sul rapimento dei tre italiani in Mali cadono su una coalizione di gruppi ribelli salafiti-jihadisti Jnim, “Gruppo di difesa dell’Islam e dei musulmani” ritenuto legato ad al-Qaeda. L’obiettivo del Jnim è quello di mandare via dal Mali le forze straniere, soprattutto quelle francesi e delle Nazioni Unite, e di imporre la sua versione della Sharia, la legge islamica. E così, dopo nove anni di presenza militare nel Paese, Emmanuel Macron ha annunciato il 17 febbraio scorso il graduale ritiro dei soldati francesi, dopo una serie di attentati e la chiara manifestazione di non essere più graditi. Non dalla regione però, perché per quasi 3mila militari era previsto un dispiegamento nel Sahel, sempre per combattere la minaccia jihadista. L’Italia, poi, non è mai riuscita pienamente a inviare i 600 uomini previsti, per un doppio ostacolo: locale ma anche francese che non ha mai visto di buon occhio la nostra presenza in quel territorio.
MOSCA
Se non bastasse, anche in quella parte di Africa si sta espandendo la Russia.
Sa bene, però, la Russia che in quel territorio la fanno da padroni i mercenari del gruppo paramilitare Wagner, che vengono collegati sempre più spesso allo stesso presidente Putin. Nelle scorse settimane il quotidiano francese Libération ha accusato i miliziani russi di aver compiuto un’operazione violentissima nel Paese africano tra il 27 e il 31 marzo scorso nella località di Moura, nella regione centrale di Mopti, causando tra i 200 e i 400 morti civili. Wagner avrebbe colpito assieme alle forze del governo di Bamako contro i jihadisti locali ma l’operazione avrebbe causato forti contraccolpi sui civili. Di recente la loro presenza, su aperta richiesta della giunta militare al potere dopo il colpo di Stato dello scorso maggio, sarebbe diminuita, ma la ritirata francese ha lasciato loro un ampio spazio.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino