Maradona, la figlia Dalma: «Voglio vedere in galera l'avvocato Morla e i medici che hanno ucciso mio padre»

Maradona, la figlia Dalma: «Voglio vedere in galera l'avvocato Morla e i medici che hanno ucciso mio padre»
Uno sfogo violento nei giorni in cui la Procura di San Isidro deve decidere se rinviare a giudizio i sette medici e infermieri indagati per la morte di Maradona. Dalma, la...

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Uno sfogo violento nei giorni in cui la Procura di San Isidro deve decidere se rinviare a giudizio i sette medici e infermieri indagati per la morte di Maradona. Dalma, la primogenita di Diego e Claudia Villafane, ha usato toni durissimi nei confronti degli indagati e anche dell'avvocato Morla, che aveva curato gli affari del padre negli ultimi anni della sua tormentata vita.

Queste le sue parole nel programma televisivo “Los Angeles de la Manana”: «Mio padre non meritava questo trattamento. Mi fa schifo quello che gli hanno fatto, c'è stata tanta negligenza e vorrei che andassero tutti in carcere. Voglio Morla in carcere».

La figlia dell'ex campione, morto il 25 novembre, ha chiarito di non avere mai avuto rapporti con Morla, che non è stato indagato dalla magistratura argentina: «Lui ci ha contattato una sola volta per ricevere un aiuto su una commissione. C'era una “perfetta” organizzazione intorno a nostro padre. Quando lo contattavamo, non rispondeva perché mettevano la suoneria del cellulare in modalità aereo e così lui ci chiedeva perché non lo chiamavamo. Loro (riferito a Morla e ai medici, ndr) sapevano che, se ci fossimo avvicinate a nostro padre, lui li avrebbe presi tutti a calci. Gli hanno dato pastiglie e alcol e lo nascondevano. Poi tutti hanno visto nel giorno del suo compleanno in quali condizioni era».

Il 30 ottobre, appunto nel giorno del suo sessantesimo compleanno, Diego apparve sul campo del Gimnasia La Plata, la squadra di cui era l'allenatore, per ricevere gli auguri dei suoi dirigenti e del presidente della Federcalcio argentina Tapia. Camminava a fatica, riuscì a dire poche parole. Pochi giorni dopo venne ricoverato presso la clinica Olivos per un'operazione al cervello e neanche un mese dopo morì. Sul suo decesso la Procura di San Isidro ha aperto un'inchiesta e si attendono gli eventuali rinvii a giudizio di sette tra medici e infermieri, accusati di omicidio con dolo eventuale, reato che in Argentina è punito con una condanna da 8 a 25 anni.

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Il Mattino