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Marinella Colombo finalmente potrà riabbracciare i propri figli. La donna nel 2009 vide portare via i due bambini avuti con l’ex marito tedesco. Tante le peripezie, tra cui la lunga battaglia legale persa. Ma poi arriva la sorpresa: i figli, ormai maggiorenni, tornano a vivere con la loro mamma. Colombo ha dichiarato: «Oggi mi batto perché non accada più».
La storia di Marinella Colombo è diventata un film «Kindeswohl – Il bene del bambino». La madre confessa al settimanale Oggi: «Certi giorni ancora non ci credo. Con il passare degli anni mi ero convinta che non avrei più rivisto i miei figli. Ora li guardo accanto a me e penso che sia avvenuto un miracolo».
Cosa è successo
Una storia contorta quella di Colombo. Nata a Milano con due figli avuti da un ex marito tedesco. Nel 2009 vide portare via Leonardo e Nicolò, prelevati a scuola a Milano dai Carabinieri. Dopo molti tentativi di risoluzione per vie legali, nel 2010 andò a prendersi i bambini a Monaco di Baviera, dove erano stati riportati a vivere con il padre, nonostante lei avesse una sentenza della Cassazione a suo favore.
Insieme passarono otto mesi lontano dall’Italia. Una fuga che le costò un mandato di arresto europeo, 18 mesi di arresti domiciliari e l’allontanamento dei bambini.
«Lo speravo dal profondo del cuore, ma ero convinta di averli persi sempre. Hanno vissuto per anni senza di me, come potevo pensare che all’improvviso potessero compiere una scelta così radicale». E invece un giorno, come racconta a Oggi, mamma Marinella ha ricevuto un messaggio sul cellulare. «Era Leonardo: ‘Ciao mamma, vorrei capire se posso continuare l’università a Milano’. Qualcosa dentro di lui aveva fatto clic. Ha voluto riappropriarsi di ciò che gli era stato tolto». Dopo pochi mesi è arrivato a Milano anche il fratello minore, ormai maggiorenne, che ha frequentato una scuola di cucina e ora è uno chef.
Il sistema giudiziario
Oggi Marinella Colombo si batte perché quello che ha subito non accada ad altri: «Ora saprei come difendermi, come scardinare il sistema», dice.
Le scrivono molti padri e madri. «La magistratura italiana non aiuta. Servirebbe far sapere che il sistema tedesco è profondamente diverso dal nostro. Spiegare per esempio che i padri non sposati non hanno diritti naturali sul figlio neppure se lo hanno riconosciuto».
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Il Mattino