Due adolescenti marocchine di 16 e 17 anni sono state arrestate e saranno processate per un bacio, dato in privato. Accade a Marrakech, la città ocra a sud del Marocco,...
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Nel paese magrebino l’omosessualità è considerata un reato, in base all’articolo 489 del codice penale, che punisce «la commissione di atti contro natura con individui dello stesso sesso», con condanne da sei mesi a tre anni di carcere e multe fino a 1.200 dirhams, equivalenti a 110 euro. Arrestate il 28 ottobre scorso, le due minori saranno processate domani davanti al Tribunale di primo grado di Marrakech, stando alla denuncia dell’Associazione Marocchina dei Diritti Umani (AMDH), che con Ong marocchine e internazionali esigono la liberazione delle adolescenti e la depenalizzazione dell’omosessualità.
«È uno scandalo processare chiunque per i suoi orientamenti sessuali», rileva il responsabile della sezione di Marrakech della AMDH, Omar Arbib. «Gli omosessuali non hanno nessun diritto in Marocco. Gli si chiude la bocca e possono solo scegliere fra nascondersi o lasciare il paese», aggiunge. Per Arbib è stata violata la privacy delle due minori scattando a loro insaputa la foto.
L’omosessualità è socialmente condannata nel paese, dove la persecuzione dei gay è frequente, mentre i casi che coinvolgono lesbiche sono rari. Il governo marocchino dell’islamico Partito Giustizia e Sviluppo ha escluso dell’ultima riforma del codice penale i contestati articoli che limitano le libertà civili individuali e sessuali: assieme a quelli che condannano l’omosessualità, quelli che perseguono l’adulterio e i rapporti extra matrimoniali.
L’arresto delle due minori, che sarebbero state peraltro trasferite in un carcere per maggiorenni, è stato condannato anche dall’Unione Femminista Libera del paese magrebino; mentre la madre della 17enne arrestata ha denunciato, in dichiarazioni ai media, che le è stato impedito di far visita alla figlia nel carcere di Boulemharez dove è detenuta.
La vicenda delle due giovani agita l’opinione pubblica del paese del nord Africa, scosso negli ultimi giorni dall’ondata di proteste per la tragica morte di un venditore di pesce, a Alhucemas, schiacciato in un camion tritarifiuti mentre cercava di difendere un carico di pesce spada confiscato dalla polizia.
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Il Mattino