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L'Italia è ormai una democrazia matura come dimostra la rapida successione al governo di tutte le forze politiche. La «concretezza» necessaria per poter governare ha richiamato e richiama i partiti a un senso di responsabilità per il bene dell'Italia. Sergio Mattarella nel suo messaggio agli italiani di fine anno disegna un'Italia forte che ha superato le difficoltà e continua a crescere e, pur non citando mai il governo di centrodestra, dalle sue parole emerge la visione di una tranquilla transizione voluta dagli italiani.
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Mattarella, il discorso di fine anno
Tanto che nel discorso del presidente della Repubblica c'è un aperto riconoscimento a Giorgia Meloni: «il chiaro risultato elettorale - sottolinea in apertura del suo intervento di circa 16 minuti dal Quirinale - ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. È questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà». Parole apprezzate dalla premier Giorgia Meloni che ha subito assicurato al presidente di aver «condiviso» sulla «necessità di concordia istituzionale nell'interesse dei giovani, delle donne, di chi lavora e guarda al futuro con fiducia».
Certo serve «una visione comune per costruire il futuro». E la parola «futuro» ricorre più volte nel discorso presidenziale, come quanto insiste a chiedere alla politica di saper «leggere il presente con gli occhi del futuro», a non perdere «l'occasione» del Pnrr. Il presidente della Repubblica chiede a tutti, maggioranza ed opposizione, uno scatto di reni per staccarsi da anacronistici ancoraggi al passato e pensare finalmente con serietà alle nuove generazioni alle quali non possiamo lasciargli solo gli avanzi del nostro presente. Per cui ha scelto di chiudere il suo messaggio con queste parole: «facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso. La Repubblica vive della partecipazione di tutti».
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Il Mattino