Sergio Mattarella, è Draghi a chiedergli di restare per «il bene e la stabilità del Paese»

Nessun commento dal Colle, dove prosegue la strategia del silenzio

Sergio Mattarella, è Draghi a chiedere di restare per «il bene e la stabilità del Paese»
È stato Mario Draghi a esporre al presidente Sergio Mattarella la situazione problematica in cui versa il Parlamento in seduta comune. E quindi a mettere sul tavolo la...

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È stato Mario Draghi a esporre al presidente Sergio Mattarella la situazione problematica in cui versa il Parlamento in seduta comune. E quindi a mettere sul tavolo la possibilità del Mattarella bis emersa con forza anche in questo settimo scrutinio appena concluso.  La prima richiesta, a viso aperto, arriva direttamente dal Presidente del consiglio. La richiesta che resti per «il bene e la stabilità del Paese», gli avrebbe detto nel colloquio di venti minuti al termine della cerimonia al Quirinale di giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi. Alle 15.00 la prima delegazione in pellegrinaggio: i capigruppo del Movimento 5 stelle sono andati dal presidente Mattarella per indicare formalmente la volontà di indicare il suo nome e quindi di procedere verso la sua rielezione. Anche gli altri capigruppo sono stati ricevuti al Quirinale da Mattarella. E lui ha confermato che accetterà l’incarico. Alle 16.30 inizierà l’ottava votazione che dovrebbe quindi rieleggere l'attuale Capo dello Stato.

 

Il precedente - La mattina del 20 aprile 2013 l'allora presidente della repubblica uscente Giorgio Napolitano ricevette  Mario Monti, Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi e alcuni delegati regionali che gli chiesero esplicitamente di accettare la rielezione. Lui acconsentì e la rielezione avvenne nel pomeriggio. 

Napolitano bis, il precedente: la rielezione del Capo dello Stato al sesto scrutinio nel 2013

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Il premier aveva avuto un colloquio ieri, nei pressi di via Veneto, con il segretario della Lega Matteo Salvini. Dall'incontro non è scaturita una soluzione all'impasse in cui si sono cacciati i partiti. E da palazzo Chigi sono sempre arrivati secchi "no comment" alle votazioni in corso: d'altronde il premier non è mai stato un candidato ufficiale.

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Nella conferenza stampa di fine anno Draghi si limitò ad augurare un clima istituzionalmente maturo, evidenziando un'ovvietà: «Se la maggioranza si spacca sul Colle, poi difficile che si ricomponga». Eppure questo limpido schema non è stato seguito e in questi giorni si è tentata la spallata con maggioranze nuove, inedite, e pure rispolverate per l'occasione. Senza successo.

Perciò si torna alla casella del via: si lascia tutto com'è con i nonni in servizio permanente per le istituzioni. E, dunque ieri, anche ai piani alti di Chigi la soluzione Mattarella bis deve essere balenata come la più rassicurante, visti anche i 336 voti del sesto scrutinio: un secchio di acqua gelata sopra il fuoco dell'azzardo divampato in questi giorni, con i partiti pronti ad arrivare al 3 febbraio (giorno in cui scade formalmente il settennato di Mattarella) procedendo ancora a tentoni. 

Il giro di telefonate

Perciò questa mattina il premier Draghi ha cominciato a intavolare colloqui e telefonate con i leader dei partiti per lavorare sull'ampia condivisione che si sta profilando sul Mattarella bis. 

 

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Il Mattino