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Il tema giustizia, come al solito, è al centro dell’attenzione e le parole del presidente Mattarella – ieri, salutando e ringraziando il Csm uscente e accogliendo al Quirinale quello appena formato – cadono nei giorni delle polemiche sulle intercettazioni e in generale della questione della riforma che il ministro Nordio sta preparando. Due concetti molto netti quelli ribaditi dal Capo dello Stato e presidente del Csm: «L’indipendenza della magistratura è pilastro della nostra democrazia» e «sono certo che il nuovo Consiglio saprà mantenere corretti rapporti istituzionali per l’interesse della Repubblica».
Ci sono, nella cerimonia al Colle, Lorenzo Fontana e Maurizio Gasparri (presidente della Camera e vicepresidente del Senato); la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra; Carlo Nordio; e i vertici della Cassazione con Pietro Curzio e Luigi Salvato. Dopo il saluto al vecchio Csm, la seduta di insediamento dei successori. «Attraverso l’esercizio trasparente ed efficiente del governo autonomo il Consiglio deve garantire, nel modo migliore, l’autonomia e l’indipendenza della giurisdizione; e deve assicurare agli uffici giudiziari il miglior livello di professionalità dei magistrati, che svolgono con impegno e dedizione la loro attività anche in condizioni ambientali complesse e talvolta insidiose». Parla così Mattarella.
I VALORI
E ancora, presentando i nuovi eletti: «Il Csm ha nei valori costituzionali, nel suo ambito e nella sua storia, le risorse per affrontare le difficoltà e per assicurare con autorevolezza e credibilità il rispetto della legalità indispensabile per la vita e la crescita civile della società e del nostro Paese nel suo complesso».
LA SCELTA
Dunque i ringraziamenti del Capo dello Stato e il suo sguardo rivolto a quelle che a partire da adesso saranno le linee guida del Csm. È intervenuto nella cerimonia dei saluti anche il vicepresidente uscente, David Ermini, e si terrà stamane a Palazzo dei Marescialli la prima riunione del plenum del nuovo Consiglio. Una seduta straordinaria, presieduta da Mattarella, che ha all’ordine del giorno l’elezione del nuovo vicepresidente e le proposte della commissione per la verifica dei titoli dei togati e dei requisiti di eleggibilità dei consiglieri laici. Il derby, dopo il pasticcio riguardante Giuseppe Valentino che non solo non è diventato vicepresidente ma neppure è potuto entrare nel Csm (quota Fratelli d’Italia), non è soltanto tra Roberto Romboli costituzionalista, professore emerito a Pisa eletto con designazione Pd e il penalista Fabio Pinelli scelto dalla Lega ma con apprezzato in maniera trasversale anche a sinistra e che sembra il favorito. In corsa c’è anche Daniela Bianchini, docente di Diritto di famiglia e minorile alla Lumsa, una delle tre donne elette su indicazione di FdI e che, in caso di vittoria, sarebbe la prima donna alla vicepresidenza di palazzo dei Marescialli, in un consiglio in cui le donne sono 10 su 30 componenti.
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Il Mattino