Non viene esclusa nessuna ipotesi, nemmeno quella di un omicidio, nel caso di Mattia Mingarelli, il 30enne trovato morto ieri in Valmalenco dopo la scomparsa tra i boschi il 7...
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Lunedì pomeriggio alcuni sciatori hanno avvistato, nel bosco confinante con le piste, una sagoma che si è poi rivelata essere il corpo senza vita del ragazzo di Albavilla (Como). Poi la salma è stata condotta all'obitorio dell'ospedale di Sondrio.
Il magistrato di turno, Antonio Cristillo, dopo avere effettuato un lungo sopralluogo, ha disposto l'autopsia la cui data è stata fissata per il 26 dicembre. L'indagine è blindata. Bocche cucite da parte degli inquirenti, anche se non è da escludere che il decesso sia imputabile a una disgrazia durante l'escursione del giovane comasco o a un suo improvviso malore. Ma al vaglio anche altre ipotesi, come l'omicidio.
Gli inquirenti non escludono al momento nessuna ipotesi. È possibile che il decesso sia imputabile a una disgrazia durante l'escursione del giovane comasco o a un suo improvviso malore ma non si esclude neppure l'ipotesi dell'omicidio. E ad alimentare i dubbi è la circostanza secondo cui il cadavere è stato trovato in luoghi a lungo battuti da decine di uomini del Soccorso Alpino, dai militari del Sagf della Guardia di finanza, dai Vigili del fuoco e dai volontari della Protezione Civile, anche con l'ausilio di cani molecolari, ovvero animali specializzati nell'individuazione di corpi senza vita. Il cadavere di Mattia potrebbe dunque essere stato spostato dopo il decesso.
Sino a notte inoltrata sono proseguiti sul posto gli accertamenti del Sis (Sezione investigativa scientifica) dei carabinieri di Milano.
Il Mattino