Medici salvano una diciassettenne evitando il trapianto di cuore

Il chirurgo con la ragazza e la madre
A 17 anni sembrava che solo un trapianto di cuore potesse salvarle la vita. Monica, invece, ha ritrovato il futuro grazie a un intervento fuori dall'ordinario praticato...

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A 17 anni sembrava che solo un trapianto di cuore potesse salvarle la vita. Monica, invece, ha ritrovato il futuro grazie a un intervento fuori dall'ordinario praticato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino: anziché darle un cuore nuovo, le hanno riaggiustato il suo. 


   
«Abbiamo ottenuto un risultato insperato» è il commento dei responsabili del presidio sanitario. Questa giovane paziente originaria di Belgrado era portatrice dalla nascita di una grave cardiopatia congenita: il suo cuore aveva un solo ventricolo. In Serbia era stata operata due volte con esiti non soddisfacenti. Il tempo stringeva, le condizioni erano precipitate da gravi a critiche, serviva un cuore diverso. Grazie a un accordo tra i governi di Roma e Belgrado il caso era stato segnalato al Centro di coordinamento trapianti nazionale, che aveva lanciato l'appello ai Centri regionali. Ad attivarsi è stata la Cardiochirurgia pediatrica del Regina Margherita (diretta da Carlo Pace Napoleone), dove Monica è stata trasferita lo scorso giugno. All'arrivo la situazione si presentava ormai come disperata e, dopo i primi test clinici dell'equipe di Gabriella Agnoletti i cardiochirurghi hanno cambiato strategia. Una complessa operazione a cuore aperto, durata otto ore, ha consentito di evitare il trapianto: è stato ricostruito un collegamento diretto tra i polmoni e le vene (che portano il sangue non ossigenato) senza passare per il ventricolo destro iposviluppato. Monica ha festeggiato i 18 anni durante la degenza.


 
«Ora - spiegano i medici - potrà tornare a casa per una vita finalmente normale». Alla Città della Salute hanno messo l'accento sull'attenzione con cui viene affrontano il problema della cura dei malati nella transizione tra la fase pediatrica e quella adulta. «Oggi - dice il direttore sanitario, Giovanni La Valle - siamo una delle poche realtà a livello nazionale dove le cardiopatie congenite possono essere curate indipendentemente dall'età del paziente». Il reparto di cardiorianimazione del Regina Margherita è stato di recente ristrutturato dalla fondazione 'Specchio dei Tempi' con le risorse di un'eredità. A garantire il supporto logistico a Monica e ai familiari è stata l'Associazione amici bambini cardiopatici. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino