Meloni Schlein, salta confronto tv in Rai. L'azienda: «Nessun confronto possibile, manca maggioranza richiesta da Agcom»

La nota di viale Mazzini: «Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invito di Rai a un confronto a due»

Meloni Schlein, salta confronto tv in Rai. L'azienda: «Nessun confronto possibile, manca maggioranza richiesta da Agcom»
Giorgia Meloni contro Elly Schelin. Alla fine il confronto in tv tra le due leader - con vista sulle Europee - nel salotto di Bruno Vespa in Rai non si farà....

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Giorgia Meloni contro Elly Schelin. Alla fine il confronto in tv tra le due leader - con vista sulle Europee - nel salotto di Bruno Vespa in Rai non si farà. Saltato. Perché? I "paletti" dell'Agcom non sono stati superati. 

«Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invito di Rai a un confronto a due tra leader sulla base della forza rappresentativa. Per questo motivo, in assenza della maggioranza richiesta dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Rai ritiene di non poter programmare alcun confronto nei termini precedentemente proposti», spiega in una nota Viale Mazzini.

Meloni-Schlein, ora la sfida in tv è a rischio: le regole AgCom, il duello va approvato dalla maggioranza dei competitor

Confronti tv, la nota della Rai

«Il Servizio Pubblico - assicura la Rai - continuerà a garantire, come ha sempre fatto, il rispetto della Par Condicio nei notiziari e nei programmi di approfondimento con l’equilibrio e la correttezza riconosciuti dalla stessa Autorità».

 

Vespa: con lo stop perde la democrazia

«Nelle ultime due tornate elettorali (2022/2024) non ci è stato possibile trasmettere confronti tra il presidente del Consiglio (ieri Letta, oggi Meloni) e il leader più rappresentativo dell'opposizione (ieri Meloni, oggi Schlein). Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto». Lo afferma Bruno Vespa. 

Il duello previsto

Il confronto tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein aveva un format originariamente accettato dalle due leader di Fratelli d’Italia e Pd: un’ora di botta e risposta a due in onda dopo il tg di giovedì prossimo, moderate dal mattatore di Porta a Porta Bruno Vespa.

I paletti

Il faccia a faccia si sarebbe potuto fare solo se fosse stato accettato dalla maggior parte degli altri competitor alle Europee. Questo il paletto piantato dall’Agcom per consentire che il duello tra la premier e la segretaria dem si potesse svolgere come immaginato dai rispettivi staff. A ricorrere al Garante delle comunicazioni che sorveglia sul rispetto della par condicio erano stati proprio gli esclusi dal confronto a due.

A cominciare dal Movimento 5 Stelle, con la presidente della Vigilanza Barbara Floridia che ha vergato una lettera all’Autorità per chiedere lo stop. Ma contrari a lasciare il palco tutto per Meloni e Schlein si sono detti pure Verdi-Sinistra, Azione e Italia viva, nonostante l’offerta della Rai di imbastire un giro di faccia a faccia successivi (da Conte versus Salvini a Tajani vs Renzi, con i numeri uno di M5S e Forza Italia che però hanno subito declinato).

Le reazioni

Pd - «Prendiamo atto che c’è chi preferisce rinunciare a un confronto in prima serata, pur di negarlo alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia. Sarebbe stato un momento di chiarezza per il Paese, un’occasione utile per ribadire le proposte del Pd sulla sanità, sui salari, sul clima e sull’Europa federale. E per contestare le scelte e l’inefficienza di un governo che dopo un anno e mezzo ha peggiorato le condizioni materiali delle persone. Continueremo a portare in giro le nostre proposte in tutto il Paese con le 100 tappe per l’Europa che vogliamo», si legge in una nota del Partito democratico.

M5s - «Il confronto tv che Meloni e Schlein hanno apparecchiato da mesi in Rai è stato giudicato lesivo della parità di trattamento rispetto alle altre forze politiche che partecipano a questa competizione elettorale per le europee». Così Giuseppe Conte sui social. «Con una legge elettorale che prevede un sistema proporzionale puro, per cui ogni forza politica corre per sé, questo confronto mirava a polarizzare il voto, a scapito di tutte le altre proposte politiche. Insomma, si è provato a ingannare gli elettori, un po’ come con le 'finte' candidature dei leader che purtroppo troveremo nelle schede elettorali per racimolare qualche voto in più. Spiace che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell'Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po' di buon senso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste 'furbate'».

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Il Mattino