Evidentemente aspettavano questo momento da anni. Da quando, nel 2013, la super poliziotta che li aveva arrestati nel 2007 era stata indagata per il complotto ordito contro una...
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«Nel suo libro – ha twittato ieri in inglese la Knox pensando a quella notte - Raffaele ha descritto le minacce e gli abusi che subimmo da Monica Napoleoni. Ora lei e altre due poliziotte sono state condannate per simili abusi di potere in un altro caso». Più la chiusura in italiano: «Ve l’abbiamo detto». Amanda e Raffaele hanno sempre contestato le modalità di quell’arresto, parlando di minacce e «scappellotti in testa», della difficoltà di difendersi, soprattutto per la giovane americana che non capiva bene l’italiano. Accuse così pesanti, che venne indagata per calunnia e poi assolta. E chiaramente aspettava solo un ribaltamento della situazione per rinfocolare la sua rabbia. Anche se la recente condanna alla Napoleoni (e a due colleghe poliziotte, più alcuni carabinieri), poco ha a che fare con un’inchiesta per omicidio. Secondo la procura di Perugia, l’ex numero uno della Omicidi avrebbe danneggiato l’auto della psicologa e avrebbe fatto svolgere accertamenti arbitrari tramite il sistema informativo interforze per conoscere dati come indirizzo e targa della macchina della professionista.
Accuse per cui si è sempre dichiarata innocente ma per cui è stata condannata in primo grado dal tribunale di Perugia, mentre è stata assolta per le scritte offensive che la psicologa aveva trovato sull’auto della figlia e vicino al suo ufficio. Una vicenda esplosa a febbraio 2013, quando Napoleoni venne indagata, ironia della sorte giusto pochi giorni prima che la Corte di cassazione riaprisse il processo Kercher, annullando l’assoluzione in appello dei due ex fidanzati. Che chissà cosa diranno se il secondo grado dovesse assolverla.
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Il Mattino