Mes sì o Mes no? Da un lato la cancelliera tedesca Angela Merkel dice che «il fondo salva-Stati è stato creato perché si usi, ma decide...
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Scuola, Conte: «Scelta sofferta doverla chiudere»
Scuola, dal distanziamento in classe alle mascherine: ecco cosa cambia dal 14 settembre
Decreto semplificazioni. Via al rush finale sul decreto semplificazioni, in vista della nuova «manovrina» per la quale, in ogni caso, il governo non potrà ignorare la possibilità di attivare il Mes. Il premier Giuseppe Conte si avvia al «luglio sui carboni ardenti» con l'intesa con le Regioni sulla scuola in tasca ma tante incognite all'orizzonte. Innanzitutto quella del fondo salva-Stati, citato non a caso dalla cancelliera Angela Merkel in'intervista a diversi quotidiani europei tra cui La Stampa ma sul quale, il premier, non vuole avere pressioni esterne. Anche perché c'è da tenere in piedi il fragilissimo equilibrio di una maggioranza debole nei numeri, agitata all'interno dei due principali partiti alleati e costantemente segnata dalle tensioni.
Nella prima vera conferenza stampa dopo la chiusura degli Stati Generali, Conte prova a mostrare plasticamente la solidità dell'esecutivo rilanciando il dialogo parlamentare su un provvedimento chiave dei prossimi giorni, il decreto semplificazioni. L'obiettivo di Conte è portare la bozza del decreto al prossimo Consiglio dei ministri ma, precisa, «è un testo che sta suscitando molta attenzione e sono consapevole che i gruppi parlamentari, non solo della maggioranza, vogliono essere coinvolti, e li coinvolgeremo». Una nuova girandola di vertici a Palazzo Chigi darà il là alla settimana prossima. Vertici nei quali Conte, il ministro Roberto Gualtieri e i capi delegazione sono chiamati a scegliere una serie di nodi quasi «gordiani»: dalla decisione tra tagliare l'Irpef, l'Iva o entrambi allo scegliere se - e nel caso quanto dei 36 miliardi a disposizione - usare il Mes.
Il tema c'è e potrebbe essere connesso all'entità dello sforamento che verrà chiesto dal governo al Parlamento. Perché, se è vero che i fondi del Mes hanno valore retroattivo è vero anche che, sulla nuova «manovrina» e sul Recovery Plan da presentare a settembre, l'utilizzo o meno delle risorse del fondo salva-Stati light ha un peso strategico. Ma Conte, per ora, evita qualsiasi passo frettoloso. Il fondo Sure «sarà attivato», spiega il premier che tuttavia, risponde con una certa nettezza alla cancelliera Merkel, secondo la quale l'Ue non ha messo in campo il Mes o il fondo Sure «perché restino inutilizzati».
«Sul Mes non è cambiato nulla a far di conto sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri», è lo stop di Conte. Uno stop che, almeno per ora, contribuisce a non agitare ulteriormente le già agitatissime acque del M5S. Movimento sul quale è ripartita, al Senato, l'Opa della Lega. «Nei prossimi giorni ci saranno diversi ingressi dal M5S e non solo», annuncia Matteo Salvini dalla Puglia. Il rischio, per il governo, è che la permanenza dei 2-3 «sospettati» nel Movimento (da Tiziana Drago a Marinella Pacifico) torni a vacillare mentre, tra i possibili ingressi nella Lega, ora si guarda anche nel Misto «bacino» di voti spesso dirimenti per la maggioranza al Senato. E, forse non a caso, è durissima la risposta di Alfonso Bonafede.
«Se fossi Salvini non sarei orgoglioso di prendere dei traditori», sottolinea il Guardiasigilli.
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Il Mattino