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Posta i messaggi del suo stalker su Facebook e finisce a processo. Laura Razzano, 58 anni, ha dovuto difendersi dalle accuse di diffamazione e minacce dopo una querela di Andrea Testa, l’uomo condannato nel 2015 per atti persecutori nei suoi confronti. Nonostante la sentenza, infatti, l’uomo aveva continuato a perseguitarla e Razzano, impaurita, aveva pubblicato due post sui social e inviato a lui un messaggio per dissuaderlo. E invece Testa l’aveva denunciata, chiedendo anche un risarcimento di 10mila euro. «Dopo un anno e mezzo al commissariato, non ne potevo più, mi sentivo impotente», ha affermato la donna che, difesa dall’avvocato Stefano Troiano, è stata assolta.
LA VICENDA
Tutto comincia nel 2008: l’imputata si separa e va a vivere con madre.
I POST
«Questo individuo è uno stalker, mi perseguita dal 2008, è stato condannato...Ma non ha ancora smesso di seguirmi ovunque. Ora sono di nuovo al commissariato per denunciarlo. Donne denunciate questi vigliacchi», si leggeva nel primo post. Poi scriveva: «Andrea Testa pezzo di m... ti ho bloccato. Sappi che ti ho denunciato di nuovo». L’uomo avrebbe continuato a chiamarla fino al 2018, costringendola ad andare a vivere in un’altra regione. «Girava con un coltello, avevo paura». In sede di discussione in aula, l’avvocato Troiano ha sottolineato come la sua assistita abbia sì sbagliato ma «non per quello che le è stato contestato formalmente, ma quando ha dato fiducia a Testa e, in sede di udienza, nel processo che la vedeva come persona offesa, prima della richiesta della pena ha affermato come Testa avesse cessato di perseguitarla». La donna è stata assolta, ma ha dovuto difendersi e trasferirsi in un’altra regione: «Dicono di denunciare ma tu denunci e non ottieni nulla», ha detto Razzano lasciando l’aula.
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