Un'imboscata a un convoglio blindato a Culiacan, la roccaforte del potente cartello del narcotraffico di Sinaloa, ha lasciato sul terreno i cadaveri di cinque militari. La...
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Le autorità messicane sospettano che dietro il feroce blitz ci siano i figli del superboss del cartello di Sinaloa, rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, in attesa di imminente estradizione negli Usa. «È molto probabile che gli autori siano i figli di El Chapo», ha dichiarato in conferenza stampa Moises Melo Gacia, coordinatore della sicurezza pubblica nello Stato di Sinaloa. E ha confermato la drammatica escalation di violenza nella zona negli ultimi mesi, dopo la cattura del superboss Guzman Loera a inizio anno e la recente scarcerazione a giugno del leggendario boss Rafael Caro Quintero, che ha fatto saltare gli equilibri criminali fra i potenti cartelli nel cuore di Sinaloa.
Il segnale dell'inizio della guerra fra narcos, l'assalto a luglio in casa della madre del Chapo, nel fortino di famiglia alle falde dei monti di Sinaloa, che costrinse la matriarca a mettersi in salvo in elicottero. Secondo l'intelligence messicana, Rafael Caro Quintero, boss del cartello di Guadalajara, capo dei capi dei narcos negli anni Ottanta, dopo la scarcerazione si sarebbe alleato con cartelli avversari del Chapo, determinato a recuperare il territorio perduto. Un altro segnale della guerra senza quartiere, il clamoroso sequestro ad agosto, in un ristorante di lusso di Culiacan, di uno dei figli di Guzman Loera, da parte di un commando armato che rapì in totale sei persone. Il sequestro, attribuito dalla polizia al cartello emergente di Jalisco Nueva Generacion, si concluse con la liberazione dell'ostaggio, dopo pochi giorni, in cambio di una contropartita che non è stata resa pubblica.
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Il Mattino