NEW YORK - Il Senato resta repubblicano, la Camera passa ai democratici. Il nome di Donald Trump non era su nessuna delle...
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Il nome di Donald Trump non era su nessuna delle schede elettorali. Eppure, al tempo stesso, era ovunque. Il “referendum”, però, non si è risolto: l’America è spaccata in due.
E, quasi incredibilmente, lo è addirittura di più di quanto non lo fosse già due anni fa, al termine di un’elezione presidenziale sfiancante e divisiva.
La breccia tra le mura del Congresso apre una nuova stagione politica, più complessa e con in palio una posta in gioco ancora più alta: la Casa Bianca del 2020.
Trump è sconfitto, ma è sconfitto a metà.
Perché da oggi avrà la Camera contro, con i rappresentanti dem pronti a sbarrargli la strada di qualsiasi iniziativa.
Dalla sua, però, avrà anche a disposizione due anni per governare con l’atteggiamento di chi è all’opposizione.
Con la possibilità, insomma, di addossare ai rivali politici la colpa di qualsiasi battuta d’arresto, di qualsiasi promessa non mantenuta.
C’è infine un ulteriore elemento molto interessante: tutti i candidati repubblicani che hanno osato criticare o comunque in qualche modo sfidare Trump sono stati sconfitti.
Questo significa che il dibattito a destra rischia di radicalizzarsi ulteriormente. Significa dunque che il tycoon, da qui al 2020, per tornare davvero a vincere potrebbe avere bisogno di continuare. Di insistere, cioè, con la sua maniera di fare “il Trump”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino