L'Italia è determinata a scalfire il muro di no al ricollocamento dei migranti innalzato dai Paesi dell'Est Europa. È questo il messaggio che Paolo Gentiloni...
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A chi dice no, incalza Matteo Renzi, devono essere tolti i fondi del bilancio Ue. Ma per ora, neanche di fronte allo spettro di sanzioni, i Paesi Visegrad recedono. Lo dice a Gentiloni il più 'morbidò dei quattro, il socialdemocratico Sobotka, in un colloquio lungo più di un'ora. La Repubblica Ceca all'Italia offre aiuto nell'addestramento della Guardia costiera libica e l'impegno in Africa, con un milione di euro per un progetto in Costa d'Avorio. Ma, complice un'accesa campagna elettorale per il voto del 22 ottobre, il no di Praga all'accoglienza è perentorio. Il premier fa tappa in mattinata a Lubiana, dove con il primo ministro sloveno Miro Cerar condivide le problematiche di due Paesi di frontiera. «I risultati della nostra politica, con il sostegno dell'Ue, si vedono, con la riduzione degli sbarchi», sottolinea. Ma l'unico modo per «rendere definitivi» i risultati è «europeizzarli il più possibile».
Ed è sempre lì la nota dolente: l'impegno dei singoli Paesi. La sentenza di ieri «è importante», sottolinea, perché nel metodo le decisioni di Bruxelles «vanno rispettate» e nel merito «il principio di solidarietà alla base delle 'relocation' è stato confermato». L'obiettivo "grosso" dell'Italia è ora rivedere gli accordi di Dublino sulla richiesta di asilo ai Paesi di primo approdo: sul punto si sono registrati «passi avanti» nel vertice con Francia, Germania e Spagna a Parigi. La speranza della diplomazia italiana è che dopo le elezioni tedesche di fine settembre si possano fare ulteriori progressi. Ma il segretario del Pd Renzi suona la carica di chi crede che serva la linea dura: bisogna «punire» chi non accoglie con un taglio delle risorse del bilancio Ue perché se «vogliono costruire i muri» devono farlo «senza i fondi italiani», torna a ribadire.
Ancora ieri però il presidente ceco Milos Zeman affermava che Praga preferisce pagare le sanzioni piuttosto che rispettare le quote.
Il Mattino