Roma alla conquista dell'Europa. La prima a dare fiato alle trombe sulla modifica della missione aeronavale Sophia per evitare che i migranti siano sbarcati solo nei porti...
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La palla da oggi passerà quindi alla UE, che «accettando la nostra proposta avrà l'occasione di mostrarsi una vera comunità, di valori e di intenti, rifiutandola negherà i suoi stessi principi fondamentali». Entra pure nel dettaglio, il ministro. Tre i punti della proposta. Il primo: un meccanismo di rotazione dei porti di sbarco. Il secondo nella creazione di un'unità di coordinamento assimilata all'agenzia UE Frontex, che dovrà assegnare ogni volta il porto dopo un soccorso in mare. Il terzo è connesso al secondo e fissa il principio Sar invece di quello geografico. Ad esempio Malta non potrà più gestire la sua sovradimensionata area di competenza marittima (Sar) negando l'attracco alla Valletta perché l'approdo geograficamente più vicino è Lampedusa. Tra le ipotesi c'è che l'unità di coordinamento sia localizzata a Catania. Va anche ricordato che il presidente di turno austriaco del Consiglio Difesa Ue, il ministro Mario Kunasek, presenterà ai suoi omologhi dei 28, un documento con cui propone che i militari dei Paesi europei siano impiegati a supporto di Frontex (sotto guida civile), per logistica, trasporto, e ricognizioni, e in casi particolari, in operazioni di controllo delle frontiere per contenere i flussi migratori. A precisare che «la revisione del Piano operativo di Sophia era stata messa a punto» non solo dalla Difesa ma «in stretto coordinamento tra i ministeri di Esteri, Difesa e Interni» interviene però una nota della Farnesina, che ricorda come a Vienna volerà pure il titolare degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che illustrerà ai suoi omologhi la proposta italiana: «Un meccanismo di identificazione di un certo numero di porti di sbarco in vari Paesi europei». La distribuzione dei migranti avverrebbe «con il coordinamento e il sostegno, anche finanziario della UE». Moavero solleciterà il «necessario impegno europeo a sostegno dei Paesi di origine e di transito». L'Italia «ribadisce la fiducia nella missione Sophia per il contrasto al traffico di esseri umani, anzi vorrebbe estenderla al Mediterraneo Occidentale». La Trenta propone Catania, la Farnesina parla di Bruxelles per coordinare la scelta dei porti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino