Migranti: Tunisia, trovato altro cadavere del barcone speronato

Migranti: Tunisia, trovato altro cadavere del barcone speronato
È stato recuperato in mare il cadavere di un’altra vittima dell’affondamento del barcone di migranti diretti in Italia, speronato da una nave della marina...

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È stato recuperato in mare il cadavere di un’altra vittima dell’affondamento del barcone di migranti diretti in Italia, speronato da una nave della marina tunisina al largo delle isole Kerkennah nella notte tra l’8 ed il 9 ottobre. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa Belhassen Oueslati. Ieri altri 16 corpi intrappolati all’interno del barcone erano stati recuperati dal battello subacqueo «Zarzis» della Marina. Il numero di vittime ufficiali è dunque attualmente salito a 35. Proseguono intanto le operazioni di ricerca dei dispersi nel punto dell’affondamento, che è stato individuato dalla marina tunisina sono in corso le operazioni di identificazione delle nuove vittime della tragedia che il premier tunisino Youssef Chahed ha definito «un dramma nazionale» esortando a concludere presto le indagini e rendere pubblica la verità. 

 

Ed è stata invece la passione per i selfie a tradire un presunto scafista tunisino, protagonista di uno degli sbarchi fantasma delle ultime settimane, arrestato proprio grazie a un autoscatto fatto con il suo cellulare. È accaduto nell’agrigentino dove i carabinieri hanno arrestato N.G di 27 anni accusato di favoreggiamento per l’immigrazione clandestina. Il giovane era a bordo di un piccolo gommone di cinque metri che davanti agli occhi di alcuni giornalisti, è arrivato sulla spiaggia della riserva naturale di Torre Salsa. Nove immigrati avevano tentato di fare perdere le proprie tracce. L’immediato intervento dei carabinieri del comando provinciale di Agrigento ha portato alla identificazione di tre di loro mentre tentavano di nascondersi tra la fitta vegetazione. Dopo alcune ore di ricerche, i militari della locale stazione di Siculiana e i finanzieri ne hanno rintracciati altri tre. Dopo un approfondimento è venuto fuori dal cellulare un video e delle foto che ritraevano l’arrestato mentre pilotava il piccolo gommone. Le dichiarazioni degli altri compagni di viaggio, poi, hanno offerto ulteriori riscontri, anche a carico di un complice. Per il ragazzo tunisino sono così scattate le manette in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino