Mozzarella, il crac Terra dei Fuochi

Mozzarella, il crac Terra dei Fuochi
Oggi sappiamo quanto è costato ai produttori di bufala il danno di immagine della Terra dei Fuochi: 56,6 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014. Questa è la perdita secca...

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Oggi sappiamo quanto è costato ai produttori di bufala il danno di immagine della Terra dei Fuochi: 56,6 milioni di euro nei primi nove mesi del 2014. Questa è la perdita secca rispetto ai 174 milioni fatturati con l’export nel 2013.




Una vera e propria emorragia che non accenna a diminuire, visto che in termini percentuali il terzo trimestre segna -44,7% rispetto alla media del -38,4% tra gennaio e settembre. L’amara verità è registrata nel consueto rapporto elaborato dalla direzione Studi e Ricerche del Banco di Napoli sull’andamento dei principali distretti economici del Mezzogiorno.



Una tendenza che si inserisce in un macro dato comunque negativo, ossia il-1,5% di tutto il Sud rispetto al +2,2% dell’Italia e in cui la Campania con il -0,9% è penalizzata proprio da questo crollo del comparto bufalino: quasi 57 milioni in tutto, contati però solo sull’export, a cui vanno aggiunti comunque i numeri negativi del mercato nazionale.

Ma il dato più sconfortante non è questo: perché gli altri due grandi distretti campani monitorati da questo studio, quelle delle conserve e quello della pasta/caffé sono tutto sommato stabili, il che vuol dire che le immagini dei ritrovamenti dei rifiuti tossici nelle aree del Casertano e del Napoletano hanno colpito quasi esclusivamente la mozzarella di bufala campana.



Insomma, il latticino più amato dagli italiani, una delle dieci dop più importanti d’Italia, viene irrimediabilmente identificata con le difficoltà ambientali del territorio. A nulla sono serviti i responsi scientifici di chi per dovere pubblico deve assicurare la salubrità del cibo in commercio, Asl e Istituto Zooprofilattico di Portici. Nulla ha prodotto neanche il coup de theatre del Consorzio di Tutela che fece analizzare dei campioni raccolti dalle associazioni dei consumatori senza preavviso per consegnarli direttamente ai laboratori tedeschi.

Il punto vero è che l’identificazione della mozzarella con il disastro della Terra dei Fuochi esercita un fascino irresistibile presso alcuni media, una deriva verso la quale sembra proprio non ci sia più nulla da opporre.





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Il Mattino