Lavoro, Papa e Colle con i vescovi del Sud: «Giovani perduti»

Lavoro, Papa e Colle con i vescovi del Sud: «Giovani perduti»
«La Chiesa del Sud chiede attenzione per i nostri giovani, la situazione non è solo critica, ma drammatica: rischiamo di perdere un’intera generazione»:...

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«La Chiesa del Sud chiede attenzione per i nostri giovani, la situazione non è solo critica, ma drammatica: rischiamo di perdere un’intera generazione»: è una pastorale nuova, quella che racconta il cardinale Crescenzio Sepe nell’aprire i lavori a Napoli su «Chiesa e lavoro, quale futuro per i giovani del Sud?». Una tensione trasversale religiosa, sociale, legalitaria tra i vescovi di Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna accompagnata da parole nette del saluto al convegno di Papa Francesco: «Una società che non offre opportunità di lavoro dignitoso non può dirsi giusta. Bisogna trovare soluzioni alla disoccupazione giovanile, alla piaga del lavoro nero e dei lavoratori sfruttati per avidità». Con un messaggio inequivocabile che arriva dal Capo dello Stato: «Il lavoro che manca lacera la convivenza, provoca gravi disuguaglianze sociali - scrive Sergio Mattarella - È vitale ridurre le distanze tra Nord e Sud, non ci sarà vera ripresa se aumenta il divario nel Paese, non ci sarà rafforzamento della coesione se i giovani non verranno inseriti nel circuito delle responsabilità, dei diritti, delle opportunità. L’unita nazionale assume oggi la valenza di una grande questione sociale».


Alza la voce, la Chiesa del Sud, rompendo una tradizione di anni per dare spazio a chi, oggi, è non solo senza voce, ma anche senza speranza e futuro: i giovani del Mezzogiorno. «Non possiamo far finta di niente - dice Sepe nel salone della Stazione Marittima di Napoli - perché le conseguenze sono sociali, culturali e religiose. Non vogliamo sostituire le istituzioni, ma chiamare ognuno a fare la sua parte. Basta lamentarsi, facciamo proposte partendo da quanto già sperimentato: da ogni regione arriverà una proposta per creare lavoro e fare un’iniezione di fiducia e di speranza ai nostri giovani che si sentono avviliti, scartati, emarginati». Una linea sposata da Papa Francesco, dal Presidente Mattarella e dallo stesso presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: «Nel 2015 il Pil del Sud è cresciuto, vogliamo rendere strutturali questi miglioramenti. Il Meridione è la sfida del Governo».

Tuttavia non si parla di buoni propositi. Ma di denunce durissime. Come quella dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro: «Il sistema fondato sul profitto che obbliga molti popoli a migrare e molti adulti e giovani ad un lavoro non degno è una economia che uccide - dice il presidente della commissione Cei per il lavoro - Il nostro grido nasce dal Vangelo, dai poveri del mondo e quindi anche da noi, periferia di un’opulenza anch’essa in crisi, si alza il grido per l’equità. Perché è intollerabile che otto individui posseggano quanto la metà dell’umanità. Il clamore del Sud si inserisce in un clamore ancora più grande e si allarga al grido della terra, violentata e sfruttata, come nei casi della Terra dei fuochi e di Taranto».


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