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Le regole per il Natale ai tempi del Covid-19 sono praticamente scritte. Tra domani e martedì verrà data un’ulteriore limatura al Dpcm del 4 dicembre ma, dopo l’ennesimo vertice di maggioranza, ormai «il quadro è quasi definito» fa filtrare più di un ministro.
Saranno Feste blindate. Con cene, pranzi e tombolate riservate solo ai «parenti stretti, possibilmente conviventi». Con la Messa della Vigilia anticipata alle 20 o alle 21 per non violare il coprifuoco, che verrà confermato e scatterà dalle 22 (nessuna eccezione per Natale e Capodanno). Senza sci, senza bar e ristoranti chiusi il 25 dicembre e a Santo Stefano. E senza feste in casa o in strada l’ultimo giorno dell’anno. Con un punto interrogativo ancora in piedi: quali deroghe verranno introdotte al divieto di superare i confini regionali, che varrà anche per le regioni in fascia gialla.
Ma andiamo con ordine. Per affrontare «il rischio-Natale», per evitare «una terza ondata a gennaio con nuovi morti e terapie intensive al collasso» - anche se adesso l’epidemia è ormai in frenata: ieri 26.323 nuovi positivi e 686 decessi, tasso di positività sceso all’11,6% - Giuseppe Conte si appresta a firmare un nuovo Dpcm che vieterà di passare da una Regione all’altra a ridosso di Natale: dal 19 o dal 23 dicembre (fino al 6 o 10 gennaio). E dunque bloccherà «le migrazioni natalizie», evitando «forme di aggregazione, raduni o insiemi di persone che provengono da posti diversi, portatrici in sé di rischi legati a quadri epidemiologici diversi», come ha messo ieri a verbale Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.
Il premier, sostenuto dai 5Stelle, vorrebbe però autorizzare gli italiani a tornare a Natale nella propria Regione di residenza e intenderebbe concedere una deroga al blocco della mobilità tra regioni per permettere i «ricongiungimenti familiari» dei «parenti di primo grado».
Sempre con l’obiettivo di scongiurare i contagi in famiglia (sono l’80% del totale) e proteggere «le persone più anziane» e, dunque, evitare cenoni, pranzi affollati, tombolate tra parenti e amici, il governo nel Dpcm confermerà il coprifuoco alle 22 (anche a Natale e Capodanno). E introdurrà la «raccomandazione» (non l’obbligo) di stare in casa «solo con le persone conviventi». E se probabilmente verrà consigliato di fare tamponi rapidi, non dovrebbe invece essere ribadito il limite dei sei invitati.
Altro caposaldo della strategia per «evitare il bis di Ferragosto» e la temuta terza ondata dell’epidemia a gennaio, è lo stop alla stagione sciistica e la chiusura degli «hotel di montagna» fino al 10 gennaio. Questa misura verrà accompagnata dall’obbligo della quarantena di 14 giorni per chi tornerà da Austria e Svizzera (dove gli impianti da sci saranno aperti).
In origine l’intenzione del governo era riaprire le scuole superiori il 9 dicembre. Ma è arrivato lo stop delle Regioni. Così l’esecutivo si sta orientando a far tornare tutti in classe il 7 gennaio, anche se avanza l’ipotesi (caldeggiata da Conte e soprattutto dalla ministra Lucia Azzolina) di portare già dal 14 dicembre al 50% di didattica in presenza nelle regioni a più basso indice di contagio. Però in molti scommettono sui licei chiusi fino al 7 gennaio.
Tramonta l’ipotesi di un ulteriore decreto a ridosso delle Feste, dopo quello del 4 dicembre. «Dobbiamo dare certezze ai cittadini», ha spiegato Speranza durante il vertice, «chi sta organizzando il Natale, lo sta facendo adesso. Non possiamo dirgli se si potrà muovere da una Regione a un’altra a pochi giorni della Vigilia. Dobbiamo farlo subito». Venerdì prossimo.
Il Mattino