Un'operazione della Polizia di Stato è in corso per l'esecuzione del fermo di numerose persone emessi dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di...
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Crea e Ferraro, inseriti nell'elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell'Interno, furono individuati, dopo mesi di indagini, dagli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo in un rifugio occultato nella vegetazione in una zona impervia sulle pendici di un'altura a Maropati. Con loro avevano un arsenale di armi ed esplosivo oltre a denaro e documenti di interesse investigativo. Antonio Cilona, ritenuto affiliato ai Santaiti di Seminara e condannato in secondo grado all'ergastolo, era stato arrestato anche lui nel gennaio scorso dalla polizia. Nel proseguo delle indagini, gli investigatori della polizia sono riusciti a ricostruire l'intera filiera dei fiancheggiatori dei due, individuando ruoli e contributi forniti dai singoli. Gli indagati sono ritenuti affiliati alle cosche Crea, Ferraro-Raccosta, Alvaro e Facchineri, egemoni nella zona di Rizziconi, Oppido Mamertina, Sinopoli e Cittanova.
Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro furono sorpresi nel sonno da un blitz della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo. I due si nascondevano in un bunker in metallo realizzato nella roccia tra Maropati e San Fili e con loro avevano un vero e proprio arsenale d'armi: una decina di fucili di vario genere, un mitra ed un consistente quantitativo di pistole. Ma non solo armi. Nel covo furono trovati anche i resti di una cena a base di ostriche. Giuseppe Ferraro, di 47 anni, e Giuseppe Crea, di 37, sono ritenuti due boss di rilievo delle cosche della piana di Gioia Tauro. Ferraro, latitante dal 1998, è uno degli ultimi componenti dell'omonima famiglia di ' ndrangheta decimata nella faida di Oppido Mamertina.
Deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.
Il Mattino