Due italiani, Renzo Benedetti e Marco Pojer sarebbero morti sabato in Nepal, travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano impegnati a 3.500 metri di quota in un...
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Lo hanno riferito all'ANSA due loro compagni di spedizione che si trovano oggi a Kathmandu. I corpi non sono ancora stati recuperati.
Il drammatico racconto. «Ho sentito un boato dietro di me e poi ho visto una nube che scendeva spinta da un vento spaventoso. Mi sono messa a correre, ma sono stata investita da una pioggia di pietre e neve»: Iolanda Mattevi, trentina di 52 anni, ha raccontato all'ANSA come è miracolosamente sopravissuta a una slavina che sabato ha ucciso i due amici Renzo Benedetti e Marco Pojer nel nord del Nepal.
«Abbiamo visto la morte in faccia», ha raccontato l'alpinista Mario Vielmo, uno dei cinque italiani che hanno raggiunto il laboratorio Piramide dell'associazione Ev-K2-Cnr, che si trova a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell'Everest. La testimonianza è stata raccolta con una registrazione audio della stessa associazione. Con Vielmo, di Lonigo (Vicenza) si trovano nel laboratorio Piramide altri quattro alpinisti italiani: Claudio Tessarolo e Annalisa Fioretti, entrambi di Vicenza, Sebastiano Valentini di Canazei (Trento) e Marco Sala, di Borca di Cadore (Belluno). «Stiamo tutti bene, per nostra fortuna - ha detto Vielmo - ci è andata veramente bene, siamo stati graziati. Lo posso dire perchè abbiamo visto la morte in faccia».
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Il Mattino