«Il mio compagno cacciato dalla stazione perché nero. Stava solo aspettando il treno»

«Il mio compagno cacciato dalla stazione perché nero. Stava solo aspettando il treno»
Cacciato dalla stazione senza nessuna spiegazione mentre aspettava il treno, forse perché nero. È la disavventura capitata a un uomo originario del Camerun, Georges...

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Cacciato dalla stazione senza nessuna spiegazione mentre aspettava il treno, forse perché nero. È la disavventura capitata a un uomo originario del Camerun, Georges Christian, in Italia da 13 anni e che sta per prendere la seconda laurea in medicina: un episodio raccontato con rabbia su Facebook dalla sua compagna, Fabiana, avvenuto alla stazione di Portichetto di Luisago, in provincia di Como. 

La ragazza si è detta triste e amareggiata per quanto accaduto. Georges era in stazione seduto su una panchina ad aspettare il treno, e un vigilante si sarebbe avvicinato e lo avrebbe invitato ad allontanarsi: «Te ne devi andare fuori, punto e basta, esci o chiamo i carabinieri», avrebbe detto l'addetto a Georges, che aveva appena comprato il biglietto del treno per Milano e stava aspettando che passasse.

 «Ieri notte, ore 00:00 circa, il mio compagno si è dovuto recare con una certa fretta presso la stazione di Portichetto di Luisago per aspettare il treno diretto a Milano (con ipotetica partenza alle 00:12 ...ma questo non lo sapremo mai!) - scrive nel post -. I motivi erano urgenti, delicati e personali (è stata una decisione impulsiva e forse il treno non sarebbe nemmeno passato considerando le restrizioni. Ma ormai era fatta!)». 

«Il mio compagno - spiega Fabiana - si chiama Georges, è africano ed è in Italia da 13 anni e sta per conseguire la sua seconda laurea, in medicina. Arriva in stazione, acquista il biglietto, attende all'interno della saletta perché fuori fa freddo. Ha con sé uno zaino con all'interno due cose: un libro di pediatria ed uno di cardiologia. Avrebbe ingannato il tempo del viaggio provando a studiare, cosa che fa per tutto il giorno tutti i giorni. Nel frattempo chiacchiera con me al telefono per farci compagnia. Sento aprirsi la porta della sala della stazione e.... Tu! Fuori immediatamente da qui». Il ragazzo, racconta Fabiana, chiede il perché, visto che sta aspettando il treno ma il vigilante risponde: «Te ne devi andare fuori punto e basta. Ancora? Esci! O chiamo i carabinieri»

Il giovane replica che può chiamarli tranquillamente ma, scrive la fidanzata, «a quel punto io mi spavento molto e prego Georges di non controbattere perché quel signore urlava in un modo impressionante. Georges mi dà retta. Torna a casa, quasi come se nulla fosse accaduto. Non è la prima volta che mi succede e non sarà l'ultima. Ma non posso fare nulla perché eravamo solo io e lui e perché alla fine...cosa risolvi? No caro Georges! Io non ci sto a questa umiliazione gratuita solo per partito preso anzi per colore preso». «Nel 2021 - conclude amara la ragazza - siamo arrivati al 5G , esiste una specie di taxi spaziale, sono riusciti ad intercettare il Dna di un dinosauro .... ma un nero seduto sulla panchina ad aspettare è ancora preistoria? Caro vigilante... qualunque sia la tua età, ti auguro di non ritrovarti mai a doverti sentire umiliato (o un tuo figlio) perché sei bianco, seduto su una panchina, con un biglietto, ad aspettare un treno». 

 

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Il Mattino