La pandemia presenta un conto salato a New York, e non solo in termini sanitari. La fuga dalla Grande Mela scattata con il coronavirus si fa sentire sul mercato degli affitti,...
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E un elenco che sembra destinato ad allungarsi con il cambio delle abitudini degli americani, ormai sempre più dipendenti dallo shopping online e con meno occasioni per sfoggiare abiti da lavoro e da festa in seguito alle restrizioni ancora vigenti per il virus. Ma a preoccupare maggiormente è il mercato immobiliare. Nonostante i prezzi in calo e le agevolazioni concesse - fino a 1,9 mesi gratis - la domanda per gli affitti è al palo, soprattutto per le case più piccole, quelle finora più ambite. Una mancanza di domanda che mostra come la pandemia si sia abbattuta sui redditi più bassi. «Il mercato degli affitti è debole e si sta indebolendo», afferma Jonathan Miller, l'amministratore delegato di Miller Samuel. Il timore è che la fuga dalla città per la pandemia non sia accompagnata da un rientro in massa.
Fra gli uffici chiusi, le scuole in bilico e la paura di una seconda ondata molti potrebbero infatti decidere di non rientrare. E indicazioni in questo senso sono già chiare: la domanda di abitazioni nei vicini stati del New Jersey e del Connecticut - raggiungibili con 30'45 minuti di treno - è schizzata, anche da parte di tutti quei single che prima popolavano la città. Per New York, una delle città con le tasse più alte d'America e una delle più costose al mondo, è quindi un pò il momento della verità. Un test difficile che, aleggiando lo slogan 'New York Tough', il governatore Andrew Cuomo e il sindaco Bill de Blasio vorrebbero superare. La strada però è in salita e i rischi per le casse cittadine elevati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino