NEW YORK - Inflazione, più in generale economia e lavoro. Ma anche Europa, coi riflettori puntati sulla crisi tra Bielorussia e Polonia, e in particolare sul dramma dei migranti al confine.

Sono tanti i temi che infiammano le pagine del New York Times e gli schermi di Cnn, dove invece sfuma quasi completamente la pandemia di Covid 19.

È evidente infatti che, persino qui, in una New York ultra democratica e città simbolo di prudenze e restrizioni, attorno a virus e chiusure non aleggi affatto l’isterismo che rimbomba tra politica e media in Italia.

Il dossier vaccini è delicatissimo, ma i numeri sono numeri: da noi, il tasso di vaccinazione completa sfiora il 90% della popolazione adulta. Qui negli Stati Uniti, il dato è praticamente fermo da settimane, se non addirittura da mesi, e non arriva al 60%.
Eppure, complice anche la recente riapertura dei confini al mondo, a New York non si respira aria di nessuna emergenza. E da qui, a Washington, e a ovunque nel Paese, le questioni calde sono ben altre, quasi verrebbe da dire “finalmente”.

Il piano sociale di Biden, ad esempio, con 1.850 miliardi di dollari sul piatto, oltre ai fondi per Clima e Infrastrutture che fanno volare la cifra oltre i 4.000 miliardi di dollari. Con tanto di braccio di ferro tra democratici e repubblicani, tra le mura di un Congresso spaccato in due metà perfette.

("Liberty")

Presidenza, governo, politica e cittadini, insomma.

Senza nessuna ossessione, senza nessun fondamentalismo sanitario di fondo, e nel pieno rispetto di un dibattito aperto ma posato. E ancora, nel rispetto del bene a queste latitudini ancora oggi considerato più prezioso: la libertà.

In una Manhattan tuttora orfana dei suoi turisti, in un’America che ha una gran voglia di occuparsi d’altro, che possibilmente non sia Covid. Che ha una gran voglia, cioè, di tornare a vivere senza sentire la necessità di dover a tutti i costi agitare il mostro.

*Da un’idea di Luca Marfé, un percorso a tappe, e diviso per temi, negli Usa di oggi e di domani.