No-vax postano la foto di un bimbo vaccinato. Minacce choc ai genitori: «Criminali, finirete malissimo»

No-vax postano la foto di un bimbo vaccinato. Minacce choc ai genitori: «Criminali, finirete malissimo»
I no-vax non guardano in faccia a nessuno, nemmeno ai bambini. Dopo diversi mesi, sui social torna a circolare la foto di un bambino di 6 anni che riceve il 'Diploma...

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no-vax non guardano in faccia a nessuno, nemmeno ai bambini. Dopo diversi mesi, sui social torna a circolare la foto di un bambino di 6 anni che riceve il 'Diploma di coraggio' dopo la vaccinazione anti Covid, con il suo viso e la sua lacrima post-iniezione che avevano fatto il giro del web. Anche stavolta, come lo scorso dicembre, alla foto si accompagnano terribili insulti ai genitori: «Criminali», «Dovete finire malissimo», e altre frasi così.

Qualche mese fa il caso era stato al centro delle cronache con la denuncia del padre del bambino, il chirurgo Paolo Mezzana, attivo nel sostegno alla vaccinazione anti-Covid nelle diverse fasi della pandemia, minacciato anche di morte sui social, e che ora sbotta: «Hanno rimesso la foto di mio figlio su Twitter innescando di nuovo una spirale di insulti violenti e minacce velate a me e alla mia famiglia». «Abbiamo denunciato di nuovo alla polizia postale ma il pm che si occupa del caso non ha fatto nulla per rimuovere il tweet e dopo 10 giorni la faccia di mio figlio, ormai ben riconoscibile, è sempre lì alla mercé di potenziali facinorosi».

Non solo «gli hater della prima ora non sono ancora neanche sul registro degli indagati», spiega Mezzana all'Adnkronos Salute ricordando di aver sporto, nel prima fase della vicenda, querela contro oltre 250 utenti Internet con l'obiettivo di accendere i riflettori sul fenomeno e fare in modo che questo tipo di aggressioni e violazioni non restino impunite. «Per questo è importante non essere lasciati soli e che la giustizia si occupi con maggiore celerità di questi casi. Non mi intimorisco per le minacce personali ma è innegabile il disagio che queste aggressioni provocano alla mia famiglia, e per il bambino in particolare», conclude Mezzana ricordando che andrà avanti nella sua battaglia chiedendo congrui risarcimenti, «che saranno interamente devoluti all'acquisto di defibrillatori da donare alle strutture sanitarie». 

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Il Mattino