Spente le luci della ribalta della lunga notte elettorale per le Europee, torna ad impazzare il toto-nomine per i posti chiave dell'Unione. Già domani, con la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quello che però appare già abbastanza chiaro è che l'Italia - che attualmente occupa tre delle caselle dei top job, con Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo, Mario Draghi a capo della Bce e Federica Mogherini in qualità di Alto rappresentante - molto difficilmente potrà fare il bis.
«Non abbiamo nomi e cognomi - spiega -. Chiederemo un commissario di economia e non certo di filosofia: commercio, agricoltura o concorrenza. E come Lega avremo una chance in più». Il leader del Carroccio esprime i desiderata e non i nomi, ma qualche indiscrezione sull'asse tra Roma e Bruxelles sui candidati alla poltrona dell'Italia circola già. E tra tutte si fa più insistente quella dell'arrivo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, da qualcuno definito l'alter ego di Salvini o l'uomo che parla all'Italia produttiva. Della terna - nonostante lui abbia già detto più volte di voler restare a fare il presidente della Regione Veneto - continua a far parte anche l'ex ministro dell'Agricoltura Luca Zaia. E se una candidatura col netto marchio della Lega non dovesse farcela a superare il fuoco di sbarramento che attende i sovranisti in Ue, il nome del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi potrebbe rivelarsi l'asso nella manica, il jolly con cui vincere una partita che però al momento appare tutta in salita. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino