Roma. «No, vabbè! Francesco, cancella quel tweet». È toccato a Matteo Renzi ieri pomeriggio gettare secchiate di acqua gelata sull’entusiasmo dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Adelante con jucio», sostiene quindi l’ex premier con i suoi sostenendo che di data del voto non vuol sentir parlare mentre riconferma la disponibilità del Pd a discutere di legge elettorale «senza perdere tempo». Nella cautela renziana si legge anche l’attenzione con la quale al Nazareno si intende regolare il rapporto con il governo Gentiloni. “Staccare la spina” ad un esecutivo di marca Pd non è operazione semplice e la road map renziana deve fare i conti non solo con le raccomandazioni del Colle ma anche con una enorme pattuglia di eletti che il Pd ha al Senato ma soprattutto alla Camera e che solo in parte hanno la speranza di tornare. Resta però il fatto che da ieri al segretario del Pd è tornato il coltello dalla parte del manico non solo perchè sarà lui a fare le liste, ma anche perché con il premio alla Camera e lo sbarramento all’8% al Senato le ipotesi di scissione sono molto più faticose.
Continua a leggere sul Mattino Digital Leggi l'articolo completo su
Il Mattino