Il rischio di attentati in Italia e in Europa è concreto e nessun segnale viene trascurato dai nostri 007 così come ormai avviene da mesi. Anche l’allarme...
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L’allerta è quasi del massimo livello, di un grado inferiore a quello più alto. Non potrebbe che essere così anche dopo il video diffuso l’altro ieri dal Califfo Al Baghdadi in cui preannunciava nuovi attacchi terroristici.
In Italia la massima attenzione è rivolta al Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco e per il previsto massiccio afflusso di fedeli che nel corso dell’Anno Santo confluirà verso la capitale. Roma e l’Italia sono considerate certamente un obiettivo sensibile del terrorismo internazionale, ma lo stesso è già accaduto per l’organizzazione dell’Expo a Milano, conclusosi in ottobre, dove non si sono registrati grossi problemi sul fronte dell’anti-terrorismo e sono stati effettuati diversi arresti di persone indiziate di far parte di cellule afferenti all’Isis.
A Roma, in occasione del Giubileo, è stata allestita un’unica sala di osservazione dove, grazie ad un’unica regia, affluiscono tutte le immagini delle telecamere installate nei vari punti della città. Oltre alle telecamere fisse, alcuni agenti delle Forze dell’Ordine sono stati dotati di micro camere installate su caschi e giubbotti: un dispositivo fondamentale soprattutto per monitorare ciò che avviene ad altezza d’uomo nei momenti in cui si creano folle di persone che è più difficile osservare con telecamere poste in alto e che offrono invece una panoramica generale.
Le organizzazioni jihadiste sono costantemente sorvegliate attraverso una fitta rete di informazioni in corso tra i servizi di sicurezza di diversi Paesi. Non è stata ancora approntata un’unica banca-dati delle diverse intelligence europee perché – viene spiegato da fonti interne – ogni Agenzia ha differenti criteri di catalogazione delle informazioni. Ma la sinergia e le comunicazioni tra i vari Paesi sono proficue e continue. L’allarme lanciato dal capo della Polizia austriaca segue quello diramato dalla Fbi statunitense che lo scorso novembre aveva indicato Roma, la Scala e il Duomo di Milano come obiettivi di possibili attacchi imminenti. «Nessun Paese è a rischio zero», è un mantra che ripetono da tempo sia il ministro Alfano che il sottosegretario con la delega ai Servizi segreti, Marco Minniti. Dopo gli attacchi di Parigi ogni minimo segnale di pericolo viene vagliato e valutato, ma per ora l’Italia e la sua intelligence non hanno notizie concrete di attentati imminenti per il nostro Paese, pur non sottovalutando nessun tipo di rischio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino