Usa, Obama tuona su Facebook​: «No a Trumpcare»

Usa, Obama tuona su Facebook : «No a Trumpcare»
NEW YORK - È pronto il piano dei repubblicani per rimpiazzare Obamacare. Trump non vede l’ora di apporre la sua firma in calce alla nuova riforma sanitaria, promessa...

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NEW YORK - È pronto il piano dei repubblicani per rimpiazzare Obamacare. Trump non vede l’ora di apporre la sua firma in calce alla nuova riforma sanitaria, promessa e sbandierata in ogni modo durante la campagna elettorale, ma Obama non ci sta. E tuona con un lungo post su Facebook.


«Mi rendo conto che abrogare e sostituire l’Affordable Care Act - la cosiddetta Obamacare, appunto - sia divenuta un’ossessione per il Partito Repubblicano, eppure spero che i nostri senatori non si limitino a sfasciare tutto ciò che i democratici hanno fatto».

Un progetto di legge finalmente svelato in tutte le sue 142 pagine che l’ex numero 1 della Casa Bianca non ha esitato a stroncare, definendolo tra le altre cose «un colossale trasferimento di benessere dalle famiglie povere e delle classi medio-basse a quelle più ricche».

Nessuna traccia di diplomazia, dunque, nelle sue parole, mentre punta il dito dritto contro gli sgravi fiscali per le persone e per le aziende ritenute più facoltose, contro i premi assicurativi destinati ad aumentare ancora e, più in generale, contro la mancata equità di un sistema evidentemente caratterizzato da persistenti squilibri.

Tuttavia, punto per punto, si tratta di un breve elenco delle ragioni per cui l’altra metà dell’America ha votato Trump.

Obama e i democratici, infatti, sono stati più volte accusati di aver spinto la pressione fiscale oltre la soglia della sostenibilità (nell’ambito peraltro di un sistema culturale poco incline ad uno Stato eccessivamente invadente), di non aver fatto nulla per contenere o addirittura ridimensionare il business dei giganti assicurativi e di aver lasciato così scoperti nervi e difetti di un apparato vasto e complesso.


Dopo aver rimarcato un “dettaglio” di non poco conto, «abbiamo salvato delle vite», la cosa migliore, però, Obama la scrive in chiusura. E lo fa costringendo chiunque, che sia dentro o fuori dai palazzi del potere, ad una riflessione necessaria: «Questo dibattito è qualcosa di più grande della politica. È l’indole stessa del nostro Paese, chi siamo, chi aspiriamo ad essere. Ed è ciò per cui vale sempre la pena battersi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino