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A un passo dallo svolgimento dell’autopsia della donna inglese Michele Faiers, 66 anni, trovata uccisa con sette coltellate alla schiena nel casolare di Casoli, in località Verratti. Delitto scoperto lo scorso 1° novembre. Ieri il procuratore di Lanciano Mirvana Di Serio ha infatti conferito al medico legale Pietro Falco l’autopsia sulla salma di Michele. Il corpo, custodito a Chieti, è affetto da covid per cui l’esame autoptico si svolgerà nel più specializzato ospedale di Fermo da cui si aspetta l’autorizzazione. Non è escluso che l’accertamento tecnico irripetibile si possa svolgere già sabato mattina. La perizia sarà depositata dopo 90 giorni.
I quesiti posti dal magistrato sono di accertare le cause del decesso, con quali mezzi e le modalità della morte; da prelevare inoltre il materiale biologico sotto le unghie della donna per capire se c’è stata prima una colluttazione e la donna si è difesa strenuamente.
Per la vicenda è indagato il convivente e connazionale Michael Whitbread, 74 anni, attualmente in stato di fermo in Inghilterra, in custodia nel carcere di Wandsworth. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di convivenza. In Italia è difeso d’ufficio dall’avvocato Massimiliano Piacentino Sichetti che ieri ha nominato il suo consulente medico Viscardo Murri. Le 4 figlie della vittima, parte lese, sono patrocinate invece dall’avvocatessa Nadia Giacomina Germanà Tascona di Milano, ieri sostituita dall’avvocato Quirino Ciccocioppo. Il prossimo 7 dicembre Michael Whitbread comparirà per la seconda volta davanti ai giudici di Londra per decidere la sua scarcerazione o meno. Non è escluso che vada anche l’avvocato Sichetti.
In Inghilterra l’indagato è difeso da due avvocati londinesi. Per la richiesta di estradizione la Corte ha invece fissato al 26 febbraio l’udienza decisionale. Il cadavere di Michele è stato ritrovato lo scorso 1° novembre da un’amica connazionale allarmata dal fatto che non rispondeva al telefono da 3 giorni. Il delitto era infatti avvenuto la notte tra il 28 e 29 ottobre e subito dopo il convivente è fuggito in auto in Inghilterra, dove è stato fermato in casa della figlia. L’uomo ha negato l’omicidio e sostenuto di essere tornato per far visita ai familiari e di avere il biglietto di rientro in Italia.
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