Omicidio Rosboch, Defilippi tenta il suicidio in carcere: «Voglio solo morire»

La tomba di Gloria Rosboch
Mentre Castellamonte ha dato l'ultimo saluto a Gloria Rosboch, Gabriele Defilippi avrebbe tentato goffamente il suicidio in carcere. È quanto sostiene il legale...

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Mentre Castellamonte ha dato l'ultimo saluto a Gloria Rosboch, Gabriele Defilippi avrebbe tentato goffamente il suicidio in carcere. È quanto sostiene il legale del 22enne, Pierfranco Bertolino, che ha chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica: «Il mio assistito ha forti disturbi della personalità, una sofferenza psichica dovuta a quando Roberto Obert, amico di famiglia, lo violentò non ancora 16enne».


Gabriele-Zelig, inquietante trasformista dalle molteplici personalità: è stato lui ad approfittare del fatto che la sua professoressa si era invaghita di lui. A guidarlo, però, sarebbe stato proprio Obert, capace di manipolarlo a piacimento. Nella cassetta di sicurezza dell'uomo, però, sono stati trovati pochi soldi: Gabriele non l'ha presa benissimo, per usare un eufemismo. Il suo avvocato lancia un appello disperato: «Non mangia da giorni, è dimagrito moltissimo. Sta male, si vede, e ha un solo paio di pantaloni, una canottiera e una maglietta. Nessuno dei suoi parenti ha intenzione di aiutarlo e portargli nuovi indumenti. Ripete in continuazione di voler morire».


Neanche la madre di Gabriele, Caterina Abbattista, anche lei detenuta per l'omicidio di Gloria, vuole più sapere del figlio. «Non voglio vederlo mai più, mi fa paura, mi picchiava», la testimonianza della donna al legale, Matteo Grognardi. Resta però da capire il legame tra la donna e Sofia Sabhou, la fidanzata di Gabriele, irreperibile da due settimane, quando è partita per andare a trovare dei parenti in Marocco. Gli inquirenti vorrebbero sentirla come persona informata sui fatti. Il padre continua a ripetere che sua figlia è innocente, e anche Gabriele l'ha scagionata: «La voce della Dottoressa De Martino (la fantomatica direttrice di banca che parlò al telefono con Gloria, ndr) era quella di una tossica di San Giusto. Sofia e mia madre non ne sapevano niente». In un primo momento Gabriele aveva affermato di aver effettuato lui stesso quella chiamata, acutizzando la voce. Ora, però, il peso della vicenda rischia di schiacciarlo. Lui ripete di essere profondamente dispiaciuto: «Avrei voluto andare al funerale della prof, non sono stato io a ucciderla ma quel mostro di Obert». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino