Omicidio Varani, i biglietti di Prato lasciati in hotel per i genitori: «C'è qualcosa di torbido dentro me»

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Una serie di messaggi di addio scritti con mano incerta da Marco Prato, il 30/enne romano accusato assieme a Manuel Foffo della morte di Luca Varani, spuntano a circa 6 mesi dal massacro del Collatino. Sono stati scritti nella stanza di albergo dove Prato si rinchiuse dopo l'omicidio del 23/enne nel marzo scorso, forse per tentare di suicidarsi.

 

«Chiedo scusa a tutte le persone a cui ho fatto qualcosa - si legge in uno dei messaggi -. Vi scrivo mentre me ne sto andando». Emergono a pochi giorni dal nuovo sopralluogo che giovedì prossimo, 6 ottobre, gli inquirenti svolgeranno nella stanza dell'albergo.

Prato si rivolge anche ai genitori: «Mamma e papà vi amo e vi ho sempre amati, non ho rancore o rabbia, solo amore per voi. Mamma ti ho amata - scrive - ogni giorno della mia vita e non devi pensare nemmeno un secondo ai nostri silenzi perché per me non sono mai esistiti». Prato aggiunge: «Sto male o forse sono sempre stato così, ho scoperto cose orribili dentro di me e nel mondo. Fa troppo male la vita».

E ancora: «Non avete nessuna responsabilità - dice ai genitori - nè avete fatto nulla per essere complici dell'autolesionismo. Cercate di essere sereni, amatevi e non sentitevi mai in colpa». In altri messaggi Prato dà disposizioni sulle sue esequie aggiungendo: «Non indagate sui miei risvolti torbidi, non sono belli».
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Il Mattino