Onu, Lavrov difende Putin (e non ascolta nessuno): diplomazia di guerra, paura nucleare

Onu, Lavrov difende Putin (e non ascolta nessuno): diplomazia di guerra, paura nucleare
Lavrov difende Putin, consegna il suo discorso, e se ne va. La diplomazia assume dei connotati surreali tra le mura del...

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Lavrov difende Putin, consegna il suo discorso, e se ne va.

La diplomazia assume dei connotati surreali tra le mura del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Surreali perché di guerra.

Simbolicamente al centro della stanza, naturalmente l’Ucraina. Con il ministro degli Esteri russo che punta il dito dritto contro l’Occidente per le «atrocità in Donbass», e con gli omologhi di Stati Uniti e Cina che la Russia nemmeno ascolta. Con l’organo a 15 protagonisti, il più importante del Palazzo di Vetro, bloccato perché Mosca è membro permanente, fa puntualmente valere il suo diritto di veto, e dunque paralizza rispetto a qualsiasi iniziativa concreta.

Parole e nulla più, insomma. Ma parole pesanti, parole di scontro aperto.

«L’operazione militare speciale era inevitabile», sostiene fiero Lavrov.

«La quantità di menzogne di Mosca è in qualche modo straordinaria», gli fa eco Kuleba, numero uno della diplomazia di Kiev.

Non c’è margine alcuno, è muro contro muro.

Con l’aggravante ulteriore che Putin e i suoi considerino Washington, Bruxelles e tutti il quadro degli alleati, parte integrante del conflitto, per via della incessante e sempre più consistente fornitura di armi. Diritto che l’America in particolare invece rivendica: quello di difendere l’Ucraina, la democrazia e la libertà. Nonché lo stesso ordine internazionale, «non possiamo lasciare che Putin la faccia franca», chiosa con fare stizzito e tutt’altro che diplomatico il segretario di Stato Blinken.

E per concludere, come se non bastasse mentre Lavrov esce e sbatte pure la porta, l’orizzonte nerissimo dei referendum volti all’annessione dei territori russofili alla Russia.

Il segretario generale dell’Onu António Guterres si affretta a bollarli come «soltanto presunti» e «preoccupanti», ma il Cremlino tira dritto e vuole andare avanti, fino in fondo.

«L’idea di un conflitto nucleare è totalmente inaccettabile», rimarca ancora il portoghese.
Ma la verità, oggi più che mai, è che nessuno se la sente, oramai, di escluderlo più.

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Il Mattino