Legge elettorale, Orlando: «Basta melina, riforme»

La riforma della legge elettorale
«Non rassegniamoci, non accettiamo la melina che si sta portando avanti: è melina dire 'o ci stanno tutti o non si fa la riformà». Così Andrea...

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«Non rassegniamoci, non accettiamo la melina che si sta portando avanti: è melina dire 'o ci stanno tutti o non si fa la riformà». Così Andrea Orlando critica la linea del Pd sulla legge elettorale annunciando che se non si sblocca la situazione proporrà una raccolta di firme sulla proposta della minoranza: collegi, premio di maggioranza alla coalizione o alla lista con il 40% e introduzione di un criterio per assicurare la rappresentanza di genere.


Orlando ha criticato l'idea che la legge elettorale sia tema da addetti ai lavori: «Oggi - dice nel suo intervento all'iniziativa per un nuovo centrosinistra - riguarda 350 persone ma il giorno dopo il voto riguarderà tutti, tutti misureranno gli effetti di quella legge elettorale anche chi oggi non sa con che legge si voterà».

«L'eventuale fase di ingovernabilità creata da due monconi di legge elettorale - sostiene - fa sì che l'Italia rischia di diventare il centro internazionale della speculazione finanziaria e in pochi mesi può compromettere i risultati raggiunti faticosamente in questi anni». Un partito che «non considera questo, cambia identità: dal partito di responsabilità nazionale diventiamo una forza di irresponsabili e partecipare allo sabbah intorno alle istituzioni». Per il leader della minoranza Pd, «non ci si può rassegnare alla prospettiva delle larghe intese, senza nessuna demonizzazione e poi con questa legge si può creare solo un Senato di uomini ricchi perchè la dimensione dei collegi fa sì che una campagna elettorale costi dai 400-500mila euro in su». «Non vorrei che dopo 10 anni a lamentarsi del Porcellum, passiamo i prossimi 10 anni a riflettere di una legge che prende in giro elettori».
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Il Mattino