Ospedali, il piano fantasma: fondi Inail per 5 miliardi, una sola opera in otto anni

Dei 5,4 miliardi disponibili ne sono stati finora spesi 78 milioni: l'1,5%

L'allora premier Mario Draghi
L'Italia che non sa progettare e quindi resta al palo con la spesa non nasce con il Pnrr. E non si trova solo al Sud. Un esempio a suo modo clamoroso riguarda il programma di...

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L'Italia che non sa progettare e quindi resta al palo con la spesa non nasce con il Pnrr. E non si trova solo al Sud. Un esempio a suo modo clamoroso riguarda il programma di investimenti Inail nel settore sanitario lanciato nel 2015, più volte ampliato, riveduto e corretto e, dopo otto anni, mai decollato al punto che delle 87 iniziative autorizzate soltanto una è arrivata a dama. Peraltro senza produrre un posto letto in più, come si dirà.

L'idea di dare vitalità ai fondi dormienti dell'Inail, l'Istituto per l'assicurazione sugli infortuni da lavoro, nasce nel 2014 con il governo Renzi e si traduce in un comma della legge finanziaria del 2015 (il 317) nel quale si prevede entro tre mesi l'arrivo di un elenco delle «iniziative di elevata utilità sociale» da finanziare. Non era un'idea del tutto nuova: l'Inail ha sempre svolto investimenti in ambito sociale e per esempio fu coinvolto in Campania nell'Accordo di programma del 1998 per realizzare il Polo pediatrico Mediterraneo di Acerra, sollecitato da don Riboldi. Il progetto tuttavia è poi finito su un binario morto per ripartire dopo due decenni ma con un'altra localizzazione: Ponticelli, nell'ambito dell'Ospedale del Mare. Con il quale però l'Inail non ha più nulla a che fare.

Ma torniamo al 2015. L'elenco di opere, da stilare in 90 giorni, non ha smosso granché. In compenso con un nuovo comma nella legge di bilancio del 2017 (il 232) si è tornati alla carica e, visto che nel frattempo si erano persi due anni, stavolta la norma prevedeva un elenco di «iniziative urgenti di elevata utilità sociale nell'ambito dell'edilizia sanitaria», elenco che il governo con il concerto di un paio di ministeri doveva indicare entro il 30 giugno 2017. Ma, si sa, per la burocrazia non basta che una cosa sia definita urgente (e neppure che si invochi la «somma urgenza», se è per questo) perché si proceda davvero in tempi rapidi. Così il 30 giugno è passato senza che vedesse la luce alcun decreto, si è arrivati alla fine del 2017 sempre nel sonno degli uffici. E solo nel 2018, ma con tutta calma, il 24 dicembre, un decreto del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte individuava 49 iniziative per un importo totale di 2,6 miliardi da realizzare attingendo ai fondi dell'Inail, il quale però sarebbe diventato proprietario dei nuovi ospedali e li avrebbe dati in affitto alle Regioni. 

Sembrava fatta, però in concreto non si mosse nulla. A un anno di distanza, il 30 dicembre 2019, il governo Conte II decise di aggiornare l'elenco e aggiungere in particolare un polo scientifico tecnologico da assegnare all'Istituto superiore di sanità, per un importo di 193 milioni. Tuttavia l'Inail, che aspettava i progetti esecutivi dalla Regioni, continuava a non ricevere nulla di utilizzabile per lanciare la gara d'appalto e assegnare i lavori. In compenso si moltiplicavano i decreti con il continuo ripensamento dell'elenco delle opere e con l'aumento della spesa preventivata. In particolare il 4 febbraio 2021 il premier Conte, nove giorni dopo le dimissioni ma formalmente ancora in carica, ha firmato un decreto per aggiornare l'elenco degli investimenti confermandone 24 per 1,8 miliardi e aggiungendo 17 nuove iniziative per 2,2 miliardi per cui il totale delle opere scendeva a 41 ma l'importo saliva a 4 miliardi. Il tutto, sempre sulla carta. Di tutti gli interventi «urgenti», infatti, soltanto due apparivano fattibili e ciò per la semplice ragione che non erano realizzazioni di nuove opere bensì acquisti da parte dell'Inail di strutture esistenti. Una in Sardegna, a Quartu, dove l'Asl (che lì si chiama Ats) aveva chiesto all'Inail di comprare per 14,5 milioni un immobile da utilizzare come sede dei servizi sanitari della località nella città metropolitana di Cagliari; ma il proprietario dell'immobile ci ha ripensato e la cosa è finità lì. L'altro caso è anche più interessante: l'Emilia Romagna, infatti, nel 2021 era riuscita a far inserire nell'elenco delle «iniziative urgenti di elevata utilità» l'Ospedale Sant'Anna di Cona di Ferrara, di cui si faceva fatica a immaginare l'urgenza visto che era completo e operativo da anni. La Regione Emilia Romagna lo ha costruito in tempi piuttosto lunghi, attirando l'attenzione di Striscia la notizia, e infine sono stati necessari diciassette anni per trasferire il primo paziente dalle strutture storiche al nuovo polo. L'Inail però si è trovato Ferrara in elenco e non poteva che effettuare l'acquisto parziale della struttura (sei corpi di fabbrica), perfezionato da poco, girando all'Emilia Romagna 78 milioni pronta cassa, ma incamerando dal 2023 in poi un fitto annuo pari al 2,5% del valore dell'immobile, cioè 2 milioni. Proprio per evitare di caricarsi di fitti passivi la Campania, come altre tre Regioni più la Provincia autonoma di Bolzano, non ha mai fatto richiesta di finanziamenti a valere sul piano Inail. 

Di nuovi posti letto, insomma, non ne è stato finora realizzato neppure uno. In compenso si è creata una piccola tradizione. Anche il premier Draghi infatti ha firmato il suo decreto con l'elenco dopo le dimissioni, il 14 settembre 2022, a meno di due settimane dal voto. L'elenco, ormai articolato in tre allegati, è così cresciuto da 41 a 87 interventi per un importo che rispetto al programma iniziale è raddoppiato a 5,4 miliardi di euro. La lista si è allungata soprattutto grazie alle mini iniziative, di cui 24 inferiori ai 10 milioni di euro. Ce ne è anche una, sempre «urgente», per risistemare gli uffici dell'Asl di Teramo con 992 mila euro.


Sarà la volta buona? Difficile dirlo. A otto mesi da quella triplice firma (Draghi con i ministri Speranza per la Salute e Orlando per la Previdenza sociale) come nei sette anni precedenti all'Inail non è arrivato neppure un progetto cantierabile, cioè che sia sufficientemente dettagliato da poter bandire una gara europea. Per cui dei 5,4 miliardi disponibili ne sono stati finora spesi 78 milioni, cioè l'1,5%. Né è chiaro come i progetti Inail dovranno integrarsi con i programmi del Pnrr in ambito sanitario.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino