Osteoporosi, in Italia 5 mln di malati: l'80% sono donne. Gli esperti: «Le fratture più comuni al femore e alle vertebre»

Osteoporosi, in italia 5 mln di malati: l'80% sono donne. Gli esperti: «Le fratture più comuni al femore e alle vertebre»
L'osteoporosi è una di quelle malattie che si sottovalutano. Nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso,...

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L'osteoporosi è una di quelle malattie che si sottovalutano. Nel corso della vita, circa il 40% della popolazione incorre in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni. In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto dall'osteoporosi, con numeri in crescita, soprattutto in relazione all'aumento dell'aspettativa di vita. Si stima che in Italia questa malattia colpisca circa 5 milioni di persone, di cui l'80% sono donne in post menopausa. È questa la fotografia che è possibile fare in vista della Giornata mondiale dell'Osteoporosi del prossimo 20 ottobre. Le fratture da fragilità hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità sia di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali. Si riduce l'aspettativa di vita e se ne compromette la qualità. La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente successivo all'evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si ha la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni precedenti la frattura.

 

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«Le fratture più comuni sono quelle femorali e gli schiacciamenti vertebrali - spiega Stefano Lello, consulente scientifico del dipartimento Salute Donna e Bambino della Fondazione Policlinico Gemelli - La frattura del femore è gravata da un rischio di morte del 20% dopo il primo anno dall'evento occorso». A determinare la patologia concorrono diversi fattori su cui si può intervenire nel tempo per rafforzare la cosiddetta «banca di riserva» dei minerali contenuti nelle ossa che si costruisce in ogni individuo nei primi 30 anni grazie al concorso di fattori ambientali e ormonali. «I fattori di rischio per l'osteoporosi sono un' alimentazione povera di calcio, un basso peso corporeo, un problema ormonale in età giovanile: questi elementi possono alterare la massa ossea, cioè la crescita scheletrica e quindi porre un rischio di osteoporosi e di fratture nelle età successive - conclude Lello - Per combattere l'osteoporosi uno strumento in più si può rivelare la vitamina D, che permette di migliorare l'assorbimento del calcio a livello intestinale e di coadiuvare tutte le terapie specifiche». 

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Il Mattino