«Pagò bugie su vicenda escort»: ​Berlusconi rinviato a giudizio. A Napoli gli atti su Lavitola

«Pagò bugie su vicenda escort»: Berlusconi rinviato a giudizio. A Napoli gli atti su Lavitola
Silvio Berlusconi sapeva che le ragazze che Gianpaolo Tarantini portava alle sue cene erano escort, ma pagò l'imprenditore barese perché lo negasse e mentisse ai...

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Silvio Berlusconi sapeva che le ragazze che Gianpaolo Tarantini portava alle sue cene erano escort, ma pagò l'imprenditore barese perché lo negasse e mentisse ai magistrati di Bari che indagavano su quelle serate di quasi dieci anni fa a Palazzo Grazioli e Arcore. L'ex premier dovrà difendersi da questa accusa nel processo che inizierà il 4 febbraio 2019 a Modugno, ex sezione distaccata del Tribunale di Bari. Il gup Rosa Anna Depalo ha rinviato a giudizio l'ex premier al termine di una udienza preliminare durata quattro anni, tra rinvii per impedimento dei difensori, elezioni politiche, invio degli atti alla Camera per l'autorizzazione a procedere all'utilizzo delle intercettazioni e inagibilità del Palagiustizia barese. Il reato che la Procura di Bari contesta all'ex premier è l'induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. Stralciata invece la posizione del coimputato, Valter Lavitola, ex direttore de L'Avanti, ritenuto il tramite tra Berlusconi e Tarantini. Il giudice ha dichiarato la propria incompetenza territoriale e ha disposto la trasmissione degli atti relativi a Lavitola alla Procura di Napoli, cioè agli stessi uffici giudiziari che nel 2011 avevano avviato le indagini su quelle presunte bugie, qualificate inizialmente come estorsione ai danni di Berlusconi.


La difesa del Cavaliere ha sempre sostenuto che l'ex presidente del Consiglio aiutò l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini in un momento di difficoltà ma mai lo pagò perché mentisse ai magistrati. Secondo le indagini, Berlusconi avrebbe invece fornito a Tarantini, per il tramite di Lavitola, avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro proprio perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate da 'Gianpì nelle residenze estive dell'allora premier fra il 2008 e il 2009 e sui suoi interessi in Finmeccanica. »Siamo tranquilli che a dibattimento in tempi rapidi il presidente Berlusconi sarà completamente assolto«, spiega Niccolò Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi insieme con il collega barese Francesco Paolo Sisto, a margine dell'udienza preliminare che si è celebrata nell'aula 'bunker' di Bitonto. »Il dibattimento - ha detto Sisto - sarà la fotografia di una difesa che secondo noi è più che sufficiente per ottenere l'assoluzione del presidente Berlusconi«. Nel procedimento si è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha rilevato il danno d'immagine al Governo italiano causato dalle condotte dell'allora premier. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino