«Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l'ha spogliata, era...
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La moglie del supertestimone minacciata di morte
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«Pensando che dopo averla accoltellata Pamela fosse morta, Oseghale mi raccontò che andò ai giardini Diaz per chiedere, invano, l'aiuto a un connazionale poi tornò a casa, convinto che la ragazza fosse morta la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata», afferma ancora il pentito che racconta l'incontro in carcere il presunto assassino. «L’8 luglio - spiega Marino - uscii dalla mia cella e vidi Oseghale di fronte alla sua cella. Gli dissi - racconta il pentito - ‘Cornuto, pezzo di m…., che facesti? In carcere lo chiamavano macellaio - continua - gli ho lanciato una bottiglia. Poi fummo divisi». Secondo la sua ricostruzione fu stabilito per loro due il divieto di avvicinarsi, ma, nonostante ciò, continuarono a incontrarsi. Un altro detenuto, giorni dopo, «venne a dirmi che Oseghale voleva chiarirsi, che si voleva riappacificare», ha continuato il teste spiegando che il nigeriano parlava italiano. «Mi chiamava ‘zio’», ha aggiunto spiegando che in carcere «zio è una persona che merita rispetto nei confronti di altri detenuti».
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«Sono andati a comprare una siringa e sono andati a casa, Oseghale, Desmond Lucky, la ragazza per consumare un rapporto a tre perché Desmond Lucky e Oseghale volevano stare con la ragazza», afferma ancora Marino. Oseghale «mi raccontò che la ragazza si era fatta di roba, Desmond si avvicinò per approcciarla e la ragazza lo respinse, Desmond Lucky gli diede uno schiaffo e la ragazza cadde a terra e svenne. Poi Desmond Lucky se ne andò», continua. Quanto a eventuali complici, il pentito sottolinea: «Non fece il nome di nessuno».
Dopo averla fatta a pezzi «l'aveva lavata con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata», ha continuato Marino affermando ancora che Oseghale gli «disse che aveva un sacco in frigo dove mettere i pezzi, ma che non ci andavano e che l'ha dovuta tagliare e l'ha messa in due valigie». Chiamò un taxi, ma mentre era in auto «la moglie lo chiamava ed è andato nel panico», ha proseguito il pentito. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino