Inizia con il Requiem di Mozart, le lacrime dei suoi amici e la commozione di centinaia di persone, il lungo addio di Roma a Marco Pannella prima che, domani, il leader sia...
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Lunghi applausi accolgono gli interventi, scanditi da intervalli di musica jazz. «In questa piazza Pannella ha sempre unito e mai diviso», sottolinea D'Elia e un pò tutti ricordano i tanti 'eventì che Pannella ambientò proprio a piazza Navona: dalle manifestazioni referendarie su divorzio o aborto alle provocazioni di fumarsi uno spinello in pubblico. Ai piedi del palco, tra le bandiere del RadicalParty, del Tibet, di Israele o degli Usa, figurano anche gli esponenti di questa legislatura: dal viceministro Gennaro Migliore al ministro della Pa Marianna Madia, dal centrista Fabrizio Cicchitto all'azzurro Maurizio Gasparri, arrivato per «un saluto all'avversario». Ma il funerale di Pannella è anche una seduta di 'autocoscienzà per i radicali, sospesi tra un passato ingombrante e un futuro più che mai incerto e assediato da difficoltà finanziarie. «Amateci di meno e votateci di più. In questo periodo in cui sembra si sia persa la trebisonda noi teniamo la barra dritta», è l'invito di Bonino laddove Bernardini assicura: «Non possiamo non continuare le sue battaglie. Non molleremo».
E se Rutelli spiega che «non esistono eredi», ma tutto ciò che era Panella «non debba finire», il capolista radicale a Roma, Riccardo Magi, esorta, con un occhio alle parole critiche di Bernardini oggi sul Corsera, a «ricondurre gli scontri nei congresso» difendendo la scelta, mal digerita dalla vecchia guardia, di presentare liste Radicali a Roma e Milano.
Il Mattino